Governo locale e legalità

Partecipazione: “Così nasce la buona amministrazione”. Il confronto in Regione

Seminario in Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna per fare il punto su attività legislativa e coinvolgimento dei cittadini. L’evento è stato organizzato in collaborazione con la Conferenza dei presidenti dei parlamenti regionali e il progetto Capire. Il direttore Leonardo Draghetti: “Prevedere la consultazione permanente sulle norme”

Leggi migliori, più in linea con le aspettative dei cittadini e quindi più rispettate ed efficaci. Il segreto? Una permanente consultazione dei soggetti interessati in modo da aggiornare in tempo reale le norme e le ricadute di queste sulla comunità.

La partecipazione fa bene alle pubbliche amministrazioni, in primo luogo alla produzione legislativa. È il filo conduttore di “Cosa sappiamo delle leggi regionali che promuovono la partecipazione? Esperienze a confronto” il convegno organizzato dall’Assemblea legislativa regionale in collaborazione con la Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative della Regioni e delle Province autonome e il progetto Capire (Controllo delle Assemblee sulle politiche e sugli interventi regionali), finalizzato a promuovere la cultura e l’uso della valutazione delle politiche in seno alle assemblee legislative.

A fare gli onori di casa i componenti dell’Ufficio di presidenza dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, il consigliere questore Andrea Costa e la vicepresidente dell’Assemblea legislativa Silvia Zamboni, e la presidente della commissione Statuto Silvia Piccinini.

“La Regione Emilia-Romagna crede nella partecipazione perché la partecipazione è un modo per costruire buona amministrazione e buona politica: se crediamo che la società non è solo una somma indistinta di singoli, la partecipazione è il modo per decidere e coinvolgere”, spiega Andrea Costa, per il quale “stiamo realizzando il nuovo Piano dell’aria nel bacino padano: se non lo facessimo coinvolgendo i cittadini il Piano non avrebbe la forze di decollare e rimarrebbe lettera morta”.

Dal canto suo Silvia Piccinini ha ribadito come si debba lavorare per rendere la legislazione regionale sempre più efficace, favorendo il confronto tra i cittadini. “La nostra società -spiega- vive un continuo mutamento ed è importante essere in grado di agire di conseguenza, capendo le esigenze della popolazione e dando risposte condivise”. A tal proposito Silvia Piccinini cita il caso della legge regionale sulle comunità energetiche di cui è stata fautrice.

“Come politici e come amministratori dobbiamo lavorare per capire il perché dell’astensione che sempre più caratterizza le elezioni: anche in Emilia-Romagna abbiamo avuto tassi alti di astensione, cosa molto difficile da concepire in una realtà come la nostra dove si è sempre partecipato molto alle consultazioni elettorali”, sottolinea la vicepresidente Silvia Zamboni per la quale “non basta prendere atto dell’astensionismo, ma capirne le ragioni e intervenire. Così come non basta dire che si ascoltano le persone quando in realtà si ha già deciso, perché quella sarebbe solo una forma di comunicazione”. Per Silvia Zamboni, infine, “è necessario promuovere assemblee partecipative su temi rilevanti come i cambiamenti climatici”.

Netta la posizione dell’assessore al Bilancio Paolo Calvano che, nel ricordare come in questi anni la Regione abbia investito oltre due milioni di euro per promuovere la partecipazione, ha ribadito che la giunta “crede al valore della cultura della valutazione delle norme emanate e intende promuovere buone pratiche di partecipazione al processo legislativo come richiesto anche dalle norme nazionali nella logica di aumentare la trasparenza, l’efficacia delle politiche pubbliche e la generazione di valore pubblico”.

Per Leonardo Draghetti, direttore generale dell’Assemblea legislativa e Tecnico regionale per la partecipazione, “dobbiamo dare sempre più seguito a quanto previsto dal nostro Statuto che prevede la consultazione permanente sulle leggi: esiste un connubio forte tra partecipazione e qualità della produzione legislativa. Vogliamo non limitarci alle clausole valutative delle leggi che avvengono mediamente ogni cinque anni, ma avere un meccanismo di verifica e di coinvolgimento che, come appunto dice lo Statuto della Regione Emilia-Romagna, sia permanente”. Leonardo Draghetti, a sostegno di questa tesi, cita il lavoro che sta venendo a maturazione in contemporanea sulla revisione della legge sulla partecipazione e di quella che regola la “sessione europea”.

Il seminario ha visto la partecipazione anche di Paolo Pietrangelo, direttore generale della Conferenza nazionale dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, che ha ringraziato l’Emilia-Romagna per l’impegno sul tema della riforma della partecipazione, e per l’Assemblea legislativa di Stefano Cavatorti, Enzo Madonna e Barbara Cosmani.

L’esperienza della giunta dell’Emilia-Romagna è stata illustrata da Caterina Brancaleoni e Micaela Deriu per le quali “la partecipazione è un modo per migliorare la presenza dei cittadini nelle politiche pubbliche: è un punto di partenza a cui si è arrivati con anni di lavoro per capire se le politiche pubbliche che facciamo raggiungono gli obiettivi che ci siamo posti”. Riprendendo i temi posti da Draghetti, Caterina Brancaleoni ha ribadito l’importanza di operare utilizzando un’ottica europea e ha ripercorso i tratti principali dell’attività dell’Emilia-Romagna in materia di partecipazione.

Per la Lombardia è stato il turno di Michela Rocca che ha sottolineato come attraverso le norme sulla partecipazione, in primo luogo l’istituzione di un comitato paritetico, la Lombardia intenda accrescere il coinvolgimento dei cittadini anche in un’ottica di rafforzamento del ruolo di controllo del Consiglio regionale sulle leggi. L’esperienza della Regione Puglia è stata illustrata da Giuseppe Musicco, Michele Chieco, Rocco De Franchi e Anna Elisabetta Fauzzi per i quali “in Puglia la partecipazione è un metodo di realizzazione delle politiche pubbliche visto che è diventata una modalità di governance per le politiche pubbliche sul territorio”. La sintesi del valore della partecipazione come metodo di governo è stata fatta da Antonio Floridia, dirigente della Regione Toscana: “La Toscana fu apripista, vent’anni fa, dei processi partecipativi. Facemmo la prima legge e sfidammo anche i dubbi di chi, anche per affossarla, diceva che era il ‘giocattolo’ della Presidenza di giunta. In questi anni sono stati sostenuti oltre 250 progetti partecipativi e una delle nostre sfide vinte fu quella di favorire il dibattito pubblico sulle grandi opere”.

Il seminario è stato preceduto, nella giornata di ieri, da un comitato tecnico preparatorio dedicato alla valorizzazione delle modalità di valutazione delle politiche pubbliche a cui hanno partecipato tecnici di Assemblee legislative e di giunta delle Regioni italiane.

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(Luca Molinari)

La comunicazione istituzionale del Servizio informazione dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna dal 30 marzo 2023 è soggetta alle disposizioni in materia di par condicio.

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