Controllare se in regione vi siano “regolamenti comunali che, attraverso una distorta applicazione dei criteri di assegnazione, creino o rischino di creare discriminazioni nell’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica (Erp)”.
L’impegno ad avviare una verifica è contenuto in una risoluzione del consigliere Antonio Mumolo (Partito democratico) firmata anche da Roberta Mori, Palma Costi e Marcella Zappaterra. Mumolo chiede alla giunta anche di “elaborare, sulla base delle risultanze di tale verifica, le modifiche normative necessarie a contrastare applicazioni distorte dei criteri di assegnazione degli alloggi Erp da parte dei Regolamenti comunali, a partire da quello dell’anzianità di residenza”.
Il consigliere dem ricorda che Unar (l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali della presidenza del Consiglio dei ministri) ha redatto delle linee guida per i Comuni italiani che gestiscono l’assegnazione degli alloggi Erp al fine di evitare violazioni delle norme antidiscriminatorie. Tali linee guida seguono l’interpretazione delle norme sulla parità di trattamento e la giurisprudenza costituzionale, riconoscendo come la discriminazione istituzionale derivi dalla richiesta del requisito di una residenza storica per l’accesso all’edilizia residenziale pubblica”. Unar ha invitato Comuni e Regioni ad adottare linee guida per evitare discriminazioni “e soddisfare l’esigenza abitativa di chi si trova in una situazione di effettivo bisogno”. La Corte costituzionale, continua Mumolo, in una sentenza del marzo 2020 ha ritenuto che il requisito della residenza storica “violi i principi di uguaglianza e ragionevolezza, poiché fonte di una discriminazione irragionevole in danno di chi, cittadino o straniero, non possieda il requisito richiesto”.
Gli alloggi di Edilizia residenziale pubblica, inoltre, “rappresentano una soluzione fondamentale per garantire una stabilità abitativa e ridurre lo stress finanziario dei giovani che si trovano ad affrontare questa fase di transizione potendo contare su alloggi a costi accessibili”. Assegnare una casa in base a punteggi “sproporzionati” in forza del preminente criterio della residenza storica, secondo Antonio Mumolo “ha scoraggiato molti giovani a fare domanda per l’Edilizia residenziale pubblica e, in alcuni casi, li ha frenati anche dal prendere in considerazione offerte di lavoro al di fuori del loro luogo di residenza”.
(Gianfranco Salvatori)
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