Un punto di equilibrio tra produzione energetica e agricola. Questo il tratto distintivo della mattinata di audizioni degli stakeholders – associazioni di categoria, istituzioni ed enti locali e sindacati – interessati dalla delibera di giunta su promozione del fotovoltaico e tutela dei suoli agricoli nella seduta della commissione Territorio, Ambiente e Mobilità presieduta da Stefano Caliandro.
“Un iter particolare -come ribadito dal relatore di maggioranza Luca Sabattini (Pd)- perché solitamente le audizioni sono più comuni nei disegni di legge, ma la delicatezza del tema e la mancanza dei decreti attuativi a livello ministeriale, ha portato l’esecutivo regionale a voler allargare al massimo il confronto su questo tema di assoluta importanza”.
Anche per il relatore di minoranza Emiliano Occhi (Lega) “questo passaggio riveste una grande evoluzione per elettrificare il più possibile i consumi tutelando il territorio e preservando la produzione agricola. Sicuramente vi saranno resistenze e la nascita di numerosi comitati che si opporranno all’installazione fotovoltaica ma sta al nostro lavoro cercare di appianare il più possibile ogni motivo di scontro”.
Per Coldiretti “il rispetto del territorio è anche rispetto dell’economia legata al territorio, quindi rispetto al 100% del suolo agricolo e dell’agricoltura che ha come obiettivo la produzione di cibo”. Per l’associazione di categoria occorre una precisazione fondamentale nel documento della giunta: “In caso di superfici coltivate con prodotti dop e igp, il suolo deve essere sempre destinato alla produzione di cibo”.
Di tutt’altro avviso la realtà rappresentata dall’associazione Elettricità Futura che raggruppa, in ambito confindustriale, produttori, trader e distributori di energia rinnovabile. “Oggi dobbiamo affrontare una doppia emergenza: quella legata ai costi dell’energia e alla siccità. Lo sviluppo delle energie rinnovabili è la risposta a entrambi i problemi. Entro il 2030 dobbiamo installare 85 Gigawatt di nuovi impianti rinnovabili per raggiungere i target europei e nazionali che ci siamo prefissati e ciò si traduce nel dover occupare circa 100mila ettari su base nazionale pari allo 0,3% della superficie nazionale. Per l’Emilia-Romagna questo sforzo si sostanzia in 6 Gigawatt e 7mila ettari del suo territorio. In quest’ottica, quindi, non ha senso porre ulteriori vincoli restrittivi sulle aree idonee, così come è controproducente inasprire i vincoli in caso di produzioni dop e igp”.
L’Università di Bologna ha posto l’accento non solo sugli obiettivi che si vogliono raggiungere, ma sulla velocità di raggiungimento. Di fondamentale importanza, poi, è il ragionamento “sull’avvicinare il più possibile le fonti di produzione ai centri di consumo perché, con l’energia elettrica, la distanza è un fattore dirimente. Ciò determina di conseguenza un approfondito ragionamento sull’area periurbana delle grandi città con la conseguente richiesta di strumenti chiari per poter operare in tali contesti. È inutile continuare a spingere sui veicoli elettrici se in ogni parcheggio che verrà coperto con pannelli fotovoltaici non saranno previsti i punti di ricarica dei veicoli”. Per l’ateneo bolognese vale poi compiere un approfondito ragionamento anche sulle aree deltizie, “sempre più sottoposte a processi di salinizzazione che precludono l’agricoltura e che nei prossimi anni dovranno affrontare l’innalzamento dei mari. Forse sarebbe meglio prevedere impianti fotovoltaici flottanti all’interno di tali bacini”.
I rappresentanti dei progettisti, invece, hanno auspicato tempi brevi per l’approvazione del documento in questione insieme a una più puntuale definizione dei meccanismi autorizzatori, che, però, hanno puntualizzato, “non deve tradursi in una deregulation che contempli l’assenza dei tecnici competenti”.
Confindustria ER ha posto l’accento su tre aspetti di cruciale importanza: “In primo luogo bisogna approvare celermente questa delibera per arrivare quanto prima a una maggiore indipendenza del settore produttivo dagli sbalzi di prezzi del settore energetico. Questa delibera è poi fondamentale per supportare anche la transizione ecologica e la decarbonizzazione delle aziende in un modo chiaro e certo”. Per Confindustria, infine, “non c’è contrapposizione tra mondo agricolo e mondo produttivo, perché tutti siamo concordi nell’aumentare la quota di energia rinnovabile”.
Tutto teso all’agrivoltaico l’intervento di Anci ER. Per la delegata Anci i Comuni in primis sono interessati alla transizione energetica che, se non viene attuata in tempi brevi, “metterà a rischio importanti servizi ora garantiti”. Per l’associazione dei Comuni il ruolo delle amministrazioni è cruciale per unire il settore energetico con quello agricolo. “Gli agricoltori possono essere fondamentali protagonisti di questa transizione attraverso lo strumento del sostegno al reddito in unione al fotovoltaico evoluto aduna certa distanza dal suolo (agrivoltaico) che potrebbe garantire sia la produzione elettrica sia la produzione di cibo a patto che vengano tolte alcune limitazioni”.
Nel richiedere la facilitazione di alcuni iter autorizzativi sono poi concordi diversi sindaci, soprattutto quando si tratta di impianti di piccole dimensioni che si vanno ad aggiungere a quelli già presenti sulle coperture di aziende ed edifici produttivi.
L’Associazione Italia Nostra, nel ritenere “significativa” la quota di suolo richiesta al nostro territorio per raggiungere gli obiettivi energetici prefissati, lancia poi l’idea di un censimento delle aree a disposizione “per valutare in maniera corretta le priorità d’intervento”.
Per Confagricoltura e Confcooperative, infine, la superficie agricola è assolutamente importante e sono condivisibili gli obiettivi di indipendenza energetica; per questo richiedono un quadro normativo chiaro sia per le energie rinnovabili sia per il suolo agricolo e invitano a ragionare sulle produzioni da cui dipendono importanti filiere di eccellenze dop e igp.
Al termine delle audizioni, l’assessore allo Sviluppo Economico e Green Economy Vincenzo Colla, nell’ammettere come “questa discussione abbia un’evidente valenza nazionale”, ha rimarcato “il radicale cambiamento a cui abbiamo assistito nell’ultimo periodo nel modello di produzione energetica”. Auspicando, infine, apertura e flessibilità nel confronto su questo tema, Colla ha ricordato come la visione sul tema energia non possa essere relegata solo a un aspetto ma “tocchi in maniera inestricabile una serie infinita di aspetti economico-sociali del nostro futuro”.
(Luca Boccaletti)
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