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Sessione europea. Economia, ambiente, salute: nel dibattito in Assemblea due visioni dell’Europa

La maggioranza chiede all’Ue alcune correzioni di rotta politica mentre le opposizioni ne criticano le politiche alla radice

La Sessione europea tenuta in Assemblea legislativa ha dato vita a un corposo dibattito da parte dei consiglieri. La maggioranza ha dato una sostanziale adesione alle politiche europee, anche se sono state suggerite alcune correzioni; il centrodestra è stato critico sui temi economici, di governance, di assenza della Ue su grandi questioni come la politica estera, la guerra in Ucraina, la tutela della produzione continentale, l’immigrazione.

Stefano Caliandro (Partito democratico) ha sottolineato: “L’Europa è un processo filosofico. L’efficacia delle politiche europee è un tema di riforme istituzionali. Serve un ammodernamento istituzionale, fermo da tempo, e occorre trovare l’equilibrio tra rappresentanza istituzionale e opportunità politica”.

Per Silvia Piccinini (Movimento 5 stelle) “l’Europa ci ha permesso di affrontare insieme sfide ed emergenze importanti e oggi al centro della sessione europea ci devono essere integrazione e azione. I recenti danni causati dal maltempo nella nostra regione ci fanno capire che una delle principali scommesse da affrontare è il cambiamento climatico”.

Marta Evangelisti, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha affermato che “noi vogliamo un’Europa forte, capace di dialogare in politica estera, impegnarsi nell’energia, nell’immigrazione, nella politica sanitaria. Ma non siamo sicuri che il coinvolgimento dal basso ci sia davvero, c’è vulnus di Ue. Oggi, c’è assenza di una politica comune su grandi temi, a partire da quella estera, dalla difesa dei confini e delle nostre produzioni. Diciamo no a mistificazioni sull’impatto ambientale e no alle multinazionali che gestiscono l’agroalimentare”. Secondo la consigliera di Fdi “la Ue deve essere confederale, con un metodo di decisione che lasci ai singoli Stati le norme sui temi a loro più vicini”. I migranti sono “una nota dolente: il rapporto conoscitivo è impreciso e di poche righe. Si parla di diritti da garantire, ma non di doveri”.

Silvia Zamboni, capogruppo di Europa Verde, ha detto che “la risposta più importante sull’Europa viene dalla Gran Bretagna, che tre anni fa ne è uscita: un sondaggio afferma che la popolazione è pentita del risultato di quel referendum e per il 57% la Brexit causa più problemi di prima”. Secondo la consigliera “la transizione verde ha obiettivi che fanno bene all’Italia: legge sul clima, fit for 55, green deal. Corrette politiche ambientali riducono i problemi di salute”. La pandemia “ha messo a terra il sistema economico. Oggi abbiamo tante risorse con il Pnrr, in parte a fondo perduto e in parte da restituire, e questo indica la solidarietà alla base della nostra presenza nella Ue. Resta la carenza di una difesa comune, con cui avremmo maggiore voce in capitolo, anche nella guerra in Ucraina”. Infine, per Zamboni “nella governance c’è ancora il diritto di veto che blocca decisioni importanti e il Parlamento non ha un vero potere di proposta. Va poi rivisto il Trattato di Dublino (accoglienza degli immigrati nel Paese di primo approdo, ndr)”.

Valentina Castaldini (Forza Italia) ha evidenziato: “Questo momento annuale è utile se ci fa dire che Europa vogliamo. Essendo vicini ai territori possiamo cogliere le esperienze dei nostri cittadini e delle nostre imprese evidenziando cosa chiedere all’Europa. Fondamentale sostenere le aziende e percorsi formativi professionalizzanti nonché tutelare la disabilità”.

Per Ottavia Soncini (Pd): “Serve un approccio territoriale alla salute mentale. Serve sempre più attivare la rete di comunità e occorrono più risorse economiche, più personale. L’Emilia-Romagna ha buoni livelli rispetto alla media nazionale ma è necessario avere figure formate per tutelare il benessere della persona”.

Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini) ha ricordato le conseguenze economiche della guerra in Ucraina, che preoccupano la Ue. Il Pnrr “prevede procedure e tempi di attuazione – ha sostenuto la consigliera – che non sempre si possono rispettare negli Enti pubblici più piccoli: non va persa questa occasione di investimenti. I Fondi per sviluppo e coesione vanno definiti meglio: il governo vuole gestirli, ma la Regioni chiedono autonomia. Prioritari, poi, sono il green deal e  la transizione digitale. Infine, deve essere centrale l’attenzione alla salute mentale dei giovani, messa a dura prova dalla pandemia”.

Valentina Stragliati (Lega) ha esordito dicendo che “se i cittadini emiliano-romagnoli seguissero la sessione europea troverebbe tanti bei principi, ma generici e poco concreti. Sulla sanità, è positivo essersi concentrati sulla salute mentale. Importante è la prevenzione per i problemi psicologici dei più giovani, collegando i pediatri con i servizi di psichiatria. Bene anche la richiesta di riduzione delle liste di attesa in neuropsichiatria infantile. Agli sportelli di ascolto psicologico nelle scuole per sostenere i ragazzi, servirebbero maggiori risorse. Ho proposto, nella risoluzione, di aiutare a smaltire l’amianto dagli edifici privati e di sostenere i Comuni per l’assistenza educativa scolastica dei minori diversamente abili”.

Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa) ha sottolineato: “Non condivido l’euroscetticismo manifestato dalle minoranze. L’Europa non è perfetta ma è un processo che va costruito democraticamente e in maniera condivisa. L’impulso verso varie politiche, orizzonti e principi va costruito con il contributo di tutti gli Stati membri. È un esercizio necessario per dare voce ai territori”.

Per Daniele Marchetti (Lega): “Con la pandemia il tema della salute è entrato a pieno titolo al centro delle politiche europee. Sul tema della prevenzione, del benessere e della salute pubblica crediamo di aver dato il nostro contributo in maniera costruttiva”.

Francesca Marchetti (Partito democratico) ricordando i valori dell’Europa ha scandito che “il progetto Erasmus coltiva quello spirito europeo di cui andiamo fieri. La cultura è importante in una società europea che vuole essere sempre più a misura di bambini e bambine. Le politiche garantiscono inclusione, accessibilità ai servizi, all’educazione e a un’alimentazione sana. In Italia ci sono 740 milioni di euro fino al 2030 per contrastare la povertà minorile”.

(Lucia Paci e Gianfranco Salvatori)

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