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Energia, gli stakeholders dicono a ‘Hydrogen Europe’

In commissione Politiche economiche le audizioni di tutti i soggetti interessati nella ricerca e produzione dell’idrogeno come forma di energia pulita

Manuela Rontini (Pd)

Decarbonizzare, svolgere un passo di fondamentale importanza per l’ambiente, diversificare il plateau delle fonti energetiche e controllare la bilancia dei pagamenti.

Sono innumerevoli i vantaggi nell’utilizzo delle fonti energetiche “verdi” e tra queste l’idrogeno è quella con un enorme potenziale ma rimane ancora in una fase di studio e sviluppo. Per colmare il gap con altre energie “green” nasce l’Associazione Hydrogen Europe che si propone di raggruppare tutte le entità continentali che studiano e lavorano per la produzione di idrogeno non inquinante tramite processo di elettrolisi. A questa associazione la giunta propone l’adesione dei nostri territori attraverso il progetto di legge approvato lo scorso aprile e che pone in discussione all’Assemblea legislativa.

Oggi la commissione politiche Economiche, presieduta da Manuela Rontini, che sta esaminando la proposta di associazione, ha audito tutti i soggetti interessati nella produzione, stoccaggio e immissione nella rete energetica di idrogeno. La prossima settimana avverrà la discussione generale sul documento proposto dall’esecutivo e la settimana successiva avverrà l’esame dell’articolato e degli eventuali emendamenti per poi arrivare al voto dell’Aula nei primi giorni di giugno.

“Un progetto estremamente importante -specifica la relatrice di maggioranza Giulia Pigoni (Lista Bonaccini)- per attuare quanto prima il processo di decarbonizzazione energetica. Un ulteriore tassello per fare ulteriormente crescere il comparto già presente in regione e favorire le relazioni tra i vari soggetti regionali e quelli europei. L’attenzione per l’ambiente di questo passaggio è poi testimoniato anche dall’aver già individuato nelle aree industriali dismesse le zone per insediamenti produttivi di energia verde”.

Anche il relatore di minoranza Emiliano Occhi (Lega) ha convenuto sull’importanza del progetto. “Dobbiamo differenziare al massimo le nostri fonti energetiche -specifica Occhi- sia per motivazioni ambientali e anche per tenere sotto controllo la bilancia dei pagamenti”.

Clust-ER Greentech Energia e Sostenibilità ha confermato come la nostra Regione sia impegnata da tempo in questo ambito. “I cluster sono la parte fondamentale dell’ecosistema per l’innovazione voluto dalla Regione nei vari ambiti e Greentech è una di queste nove associazioni che raggruppa 100 soci tra enti di ricerca, imprese ed enti di formazione. Già dal 2019 avevamo proposto alla Regione un centro sull’idrogeno che si sta realizzando grazie all’impegno di Unimore e alcuni impianti pilota per favorire la co-progettazione tra i vari soci”.

Snam ha invece portato la sua esperienza diretta di socio dell’associazione. “Hydrogen Europe raggruppa ad oggi oltre 400 associati tra cui 25 regioni europee (per l’Italia è presente il Piemonte) e la sua funzione è molteplice: in primis si propone per il coordinamento e aggiornemtno sulle tecnologie di produzione, stoccaggio e trasporto dell’energia prodotta dall’idrogeno. Accanto a questa attività è poi da sottolineare il confronto e scambio continuo con le istituzioni europee sia con proposizioni autonome che attraverso la valutazione della legislazione europea”.

Per l’Agenzia per l’energia e lo sviluppo sostenibile (AESS) “l’azione di sensibilizzazione e di lavoro congiunto è presente da tempo sul nostro territorio e i primi frutti sono gli autobus a idrogeno sulle strade delle nostre città che traggono spunto dall’ottima azione svolta dai vari Clust-ER e l’adesione a Hydrogen Europe è la naturale conclusione del percorso intrapreso anche e soprattutto per capire le evoluzioni future che fatalmente si registreranno nel settore”.

Hera ha poi fornito un quadro più generale sulle transizioni energetiche che hanno portato alle rinnovabili. “Un percorso che solitamente coincide con momenti di crisi politica, tecnica, economica e sociale che traggono origine dalle Guerre Mondiali. Oggi ci troviamo a districarci tra un vecchio modello basato su fonti fossili, di cui l’Europa è largamente carente comportando emissioni inquinanti in atmosfera, e l’utilizzo di nuove tecnologie basate sulle fonti rinnovabili che possono produrre direttamente energia elettrica e quindi sono molto più efficienti delle fonti basate sulla combustione”. Hera è poi direttamente impegnata, come diversi altri player attivi in regione, nello sviluppo e gestione di tre progetti-pilota volti alla produzione di idrogeno verde ma anche di tutte le tecnologie e infrastrutture per lo stoccaggio e trasporto dell’energia prodotta. “In questa maniera -conclude la multiutility- saremo in grado di risolvere l’unico gap delle rinnovabili e che sostanzialmente non consente la produzione energetica continuativa nel tempo”.

(Luca Boccaletti)

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