È stato discusso in commissione Politiche per la salute, presieduta da Ottavia Soncini, il progetto di legge della Lega su organizzazione e funzionamento del Servizio sanitario regionale, che vuole modificare la legge 11 del 2004.
Il primo firmatario del pdl è Daniele Marchetti e la proposta di modifica è stata sottoscritta dall’intero gruppo Lega con Simone Pelloni, Valentina Stragliati, Michele Facci, Maura Catellani, Emiliano Occhi, Fabio Rainieri, Andrea Liverani, Gabriele Delmonte, Fabio Bergamini, Matteo Rancan, Stefano Bargi, Massimiliano Pompignoli e Matteo Montevecchi. Il progetto di legge tornerà in commissione per l’esame degli articoli e il voto.
Marchetti ha detto che “il progetto di legge nasce per dare risposte alla situazione economica preoccupante della sanità. Abbiamo sì avanzato critiche, ma abbiamo ritenuto opportuno indicare controproposte per garantire servizi migliori ai cittadini”. Composto di tre articoli, il pdl si snoda su tre filoni: servizi, efficientemente amministrativo-tecnico e acquisti. I tre articoli contengono le proposte per management, liste di attesa (con premi alle Ausl che rispettano i tempi e penalizzazione per quelle che creano disservizi), ottimizzazione delle risorse, mantenimento dell’equilibrio economico-finanziario, efficientamento della struttura regionale di acquisto al fine di “unificare e centralizzare in capo a un solo soggetto le funzioni di supporto alla programmazione sanitaria e sociosanitaria”.
Marchetti ha sottolineato come l’articolo 1, nell’ambito dei servizi, riguarda “le agende chiuse in sanità per i primi accessi legati alle prestazioni specialistiche. Non servono report, bastano le segnalazioni dei cittadini che lamentano liste bloccate o gli inviti a riprovare per la prenotazione: non è una lotteria. E lo stesso assessorato alla Sanità ha ammesso che il problema esiste. La richiesta è che la presa in carico sia sempre garantita perché la visita specialistica non è una lotteria. Si prevede l’introduzione di un principio per garantire premi a quelle Ausl che raggiungono l’obiettivo in modo – anche per garantire la tenuta economica – di efficientare la macchina organizzativa della sanità”. Il secondo articolo verte sul piano economico e gestionale. “Nel 2022, a parità di servizi erogati – ha scandito il consigliere del Carroccio – è emerso che l’organizzazione dell’Emilia-Romagna costa di più di quella di altre regioni. La giunta replica che esiste un servizio capillare con le case di comunità. Ma credo serva un percorso di efficientamento: bisogna lavorare sugli apparati amministrativi e tecnici della sanità, accorpare diversi servizi sotto un’organizzazione unica. Ci sono sbavature che non dovrebbero appartenere a una Regione virtuosa, sprechi nell’assessorato, strutture che hanno avuto costi e non hanno lavorato. L’accorpamento non toglie autonomia ai territori e non riguarda la governance”. L’ultimo articolo propone un’accelerazione “del servizio acquisti affinché sia più efficiente. Oggi è gestito da Intercenter. Donini ha detto che nel 2022 c’è stato risparmio di 200 milioni di euro. E questo dimostra che è possibile reperire risorse su questo versante. L’idea è quella di agire sulle economie di scala e sulle centrali acquisti di altre regioni. La Lega anni fa lo aveva già proposto e si era svolta una gara sperimentale fra diverse Regioni per raccolta plasma e distribuzione dei farmaci: quell’anno la Regione risparmiò 8 milioni di euro. Questa proposta potrebbe essere la via da percorrere se si pensa ai farmaci innovativi – che hanno un grande impatto economico – di cui si potrebbe abbattere il costo unitario. Non è impossibile, lo stesso direttore generale Luca Baldino disse che si poteva fare”.
“Questo pdl – ha commentato il consigliere del Carroccio – è una base di proposta su cui ragionare, un atto per avviare un confronto più approfondito. Resta il rammarico che da un anno non abbiamo visto alcuna proposta da parte della maggioranza. Sappiamo che c’è una riorganizzazione in atto, ma non ci viene mostrata”.
L’assessore alla Sanità, Raffaele Donini, ha replicato che “i temi posti non sono peregrini, sono seri e li stiamo anche affrontando. Migliorare i tempi delle liste di attesa è una sfida che vogliamo vincere. La centrale acquisti e l’efficientamento non sono dissonanti rispetto al nostro impegno. Liste attesa: esiste un norma nazionale e un’intesa Stato-Regioni. Integrazione dei servizi sanitari e socio-sanitari: esiste l’area vasta, che è una centrale acquisti, e la gestione associata di servizi e funzioni. Una Ausl può essere centrale acquisti per più Ausl. La proposta di legge riconosce che il Servizio sanitario regionale deve affrontare un bilancio deficitario a causa della pandemia e che lo Stato non ha ristorato le spese delle Regioni: riconosce che è l’origine del disavanzo”.
Marilena Pillati (Partito democratico) ha affermato che “dalla relazione emerge che il pdl tratta temi di grande attualità. Ma le soluzioni proposte non sono efficaci e in alcuni casi nemmeno condivisibili. La volontà di Marchetti è quella di aprire una discussione. Ad esempio, la presa in carico garantita è già prevista dalla legge. Poi, c’è la valutazione dei direttori generali in base alle liste di attesa, ma anche questo esiste già. Un elemento innovativo è, invece, il meccanismo di penalità e premialità che riguarda le Ausl. Penalizzare, però, economicamente le Ausl che hanno delle criticità penso sia controproducente e aggravi il problema, finendo per colpire i cittadini. Molti problemi derivano dalla mancanza di risorse economiche e professionali. Rispetto a equilibrio economico e finanziario non si può far ricadere la responsabilità alle strutture tecnico-amministrative”.
Simone Pelloni (Lega) ha spiegato che “noi non auspichiamo la strada delle sanzioni, ma è prevista dalla legge. Come la pratica delle agende chiuse è vietata dalla legge. Le Regioni devono vigilare sul blocco delle liste di attesa e la legge prevede sanzioni amministrative fino alla rimozione del direttore generale. Lavoriamo su offerta e presa in carico o facciamo finta di niente e nascondiamo la polvere sotto il tappeto? Sull’amministrazione delle Ausl e sulla loro integrazione, se è positiva si faccia”.
Palma Costi (Pd) ha sottolineato che “oggi si deve riflettere sul consuntivo. C’è un problema di domanda e offerta, non di agende chiuse. Il Covid ha frenato la domanda, ma nel 2022 è risalita. Il rapporto del cittadino con l’Ausl non si può risolvere penalizzando un’Ausl e quindi il cittadino. Non ci sono agende chiuse, ma problemi di prenotazione per carenza di offerta”.
Marchetti ha replicato specificando come “non è che la maggioranza si disinteressi dei pdl dell’opposizione, ma è un dato di fatto che le proposte dell’opposizione vengano bocciate. Sulla presa in carico garantita, oggi la maggioranza dice che è un tema di domanda e offerta, ma il problema rimane. Per garantire presa in carico basterebbe accogliere la prenotazione, anche se non si è in grado di definire i tempi. Il cittadino non può sentirsi dire ‘riprovi’, non è una lotteria”.
(Gianfranco Salvatori)