Il progetto “parzialmente e confusamente approvato dalla Direzione generale dighe risulta firmato da professionisti esterni”. La Regione dica “se sono state rispettate da Aipo le disposizioni del commissario delegato Stefano Bonaccini in merito all’incarico di progettazione della cassa di espansione del Baganza”.
E’ la richiesta, al Question time, del consigliere Giancarlo Tagliaferri (Fratelli d’Italia). Al consigliere ha risposto l’assessore a Montagna e aree interne Igor Taruffi.
“La cassa di espansione – ha detto Tagliaferri – serviva per la sicurezza dell’area alla confluenza del Baganza con il torrente Parma vicino a Colorno. E’ opportuno che alla cassa provveda il nucleo di progettazione Aipo-Regione. In base alla norma, le autorizzazioni alla cassa Baganza (diga superiore a 15 metri con un invaso di 1 milione di metri cubi) dovevano essere rilasciate dalla Direzione generale dighe e dal Servizio tecnico dei bacini degli affluenti del Po. La Regione valutò la fattibilità della cassa – ma senza mai aver costituito il nucleo Aipo-Regione, previsto nel decreto 2016 – nominando tre tecnici di Aipo. Inoltre, la cassa di espansione con tempo-ritorno 75 anni è sottodimensionata”. Il mancato rispetto del decreto, sottolinea Tagliaferri, “comporta una spesa ingiustificata di oltre 3 milioni di euro e merita di essere segnalata alla Corte dei conti”.
“Alla progettazione congiunta – ha replicato Taruffi – sono sfuggiti i passaggi dopo la delibera del 2009 sui corsi d’acqua di competenza di Aipo. Nel 2011 Comuni, Aipo e Regione si accordano e Aipo si impegna ad aggiornare le progettazioni. In base al protocollo di intesa, Aipo dice di aver rispettato il codice contratti (affidando anche incarichi esterni come previsto). Aipo, poi, è stata individuata come soggetto attuatore della cassa di espansione nel 2016. Infine, il decreto del 2019 non dice nulla di un nucleo misto di progettazione Aipo-Regione, ma mette in capo ad Aipo la progettazione. Aipo ha operato all’interno delle proprie competenze”.
Tagliaferri si è detto “non soddisfatto. Oggi si parla di prevenzione e qui la Regione ha l’occasione di attuarla”.
La nota Aipo, ha spiegato il consigliere Fdi, è del novembre 2014, mentre il decreto di governo del presidente Bonaccini è del marzo 2019: “Risulta pertanto evidente che il documento di risposta relativo all’accesso agli atti del 2023 non può essere accettato sia perché antecedente al decreto Bonaccini, sia perché il documento di nomina non contiene il nominativo di alcun tecnico regionale”.
(Gianfranco Salvatori)