Operare per il reinserimento sociale delle donne detenute negli Istituti penitenziari dell’Emilia-Romagna, in linea con la richiesta del garante dei detenuti e dell’associazione Antigone, e contribuire a colmare i gap e la segregazione formativa di genere nelle carceri.
Lo chiede, in un question time, Roberta Mori (Pd) che ricorda come “dobbiamo aggiornate i parametri di accesso ai percorsi di formazione e orientativi al lavoro nel prossimo bando in uscita promuovendo corsi dedicati a persone detenute per l’acquisizione certificata di tecniche e tecnologie digitali, applicando anche nelle sezioni carcerarie gli indirizzi di Agenda DVBC, tutto ciò nell’alveo della programmazione e dell’utilizzo in corso del Fondo sociale europeo plus al 2027 e in collaborazione con l’Amministrazione penitenziaria”.
Netta la risposta dell’assessore al Welfare Igor Taruffi per il quale “nel 2015 l’Emilia-Romagna è stata fra le prime Regioni, se non la prima, ad applicare le leggi in materia di reinserimento delle donne detenute. Ogni anno abbiamo fatto bandi e progetti. Nel 2023 due delle quattro case circondariali che hanno sezioni femminili hanno fatto richiesta di risorse per attività: 13 progetti finanziati per 296mila euro a Bologna e 8 progetti per 76mila euro a Modena; abbiamo firmato un accordo col ministero della Giustizia per attività specifiche. Siamo disposti a operare nel senso indicato dalla consigliera Roberta Mori”.
Parole alla luce delle quali Mori si dice soddisfatta perché la giunta dimostra interesse a un tema importante per la comunità.
(Luca Molinari)