Sanità e welfare

Mastacchi (Rete civica): potenziare il servizio di Pubblica Assistenza di Sasso Marconi e Marzabotto

“La situazione attuale della nostra montagna dovrebbe puntare al potenziamento e non alla riduzione, viste le difficoltà esistenti nella rete di comunicazione, che ora tra l’altro risultano aggravate dalle frane e dalle interruzioni che rischiano di allungare i tempi di intervento”

Potenziare il servizio di Pubblica Assistenza di Sasso Marconi e Marzabotto, in provincia di Bologna.

A chiederlo, in un’interrogazione, è Marco Mastacchi (Rete civica) che ricorda come “la mancata sostituzione dei dipendenti della Pubblica Assistenza che devono fruire delle ferie accumulate nel tempo e la conseguente riduzione del servizio notturno del presidio e del servizio di soccorso, che ora è H24 e 365 giorni l’anno, rappresenta una forte criticità per questa parte del territorio: è in essere la proposta di sopprimere due notti la settimana per far smaltire le ferie ai dipendenti, senza peraltro verificare altre ipotesi come la distribuzione delle ferie nei 18 mesi e l’eventuale assunzione di personale a tempo determinato”.

Da qui l’atto ispettivo per sapere dall’esecutivo regionale “se non ritenga opportuno potenziare il servizio di Pubblica Assistenza di Sasso Marconi e Marzabotto invece che ridurlo, ad esempio con l’apertura a Sasso di un centro di formazione e con l’implementazione di auto mediche, considerato il particolare periodo che stiamo vivendo a causa della recente alluvione, che per taluni rende ancora più complesso lo spostamento fisico da una parta all’altra della Regione soprattutto in area appenninica e se non ritenga necessario, vista la necessità di smaltire le ferie dei dipendenti, procedere con la distribuzione delle ferie nei 18 mesi e con assunzioni temporanee di personale per
garantire l’erogazione del servizio di soccorso H24, in un’area particolarmente fragile a causa delle recenti frane e delle diverse interruzioni, che rischiano di allungare sempre più i tempi di cura degli assistiti”.

(Luca Molinari)

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