Fare chiarezza sui ritardi nel realizzare la cassa di espansione del nodo idraulico Navile–Savena di Bentivoglio, in provincia di Bologna.
A chiederlo è Valentina Castaldini (Fi) che ricorda come “stiamo parlando di un’opera attesa da decenni e sollecitata a più riprese
dalle amministrazioni di centro-sinistra: nel 2014 si sono intrapresi i lavori di scavo e allontanamento del materiale limoso, oltre alle indagini archeologiche per 1.500.00 euro, nel 2015 sono state completate le opere morfologiche interne alla cassa di espansione per 1.100.000 euro, tra il 2016 e il 2017 sono stati realizzati con 1,8 milioni di euro gli argini circondariali, la vasca di raccolta finale delle acque e il ponte sul collettore tra via Saliceto e l’area residenziale “Santa Lucia” e il 17 ottobre 2018 è stata collaudata l’opera e terminata la prima fase. La seconda fase prevedeva la fornitura e la messa in opera delle apparecchiature elettromeccaniche e delle pompe per la regimentazione delle acque nella cassa: tale fornitura doveva essere installata nel 2020, poi nel 2021, e avrebbe garantito i primi 500mila metri cubi di portata, ma ad oggi -spiega la berlusconiana- non risulta mai utilizzata questa cassa di espansione pare a causa della presenza di significativi dislivelli che fisicamente non avrebbero consentito l’ingresso delle acque: nella fase 3 è prevista l’opera di presa comprensiva dei raccordi con via Saliceto e via Canali Crociati ed il completamento degli scavi previsti in cassa, mentre nella quarta fase è prevista la realizzazione dell’opera trasversale, canale Venturi, e delle opere di risezionamento dell’alveo del Navile: per le ultime due fasi erano stimati nel 2014 costi per poco più di 6milioni di euro, ma non erano stati ancora reperite le risorse necessarie”.
Castaldini vuole sapere “i motivi dei ritardi, le eventuali responsabilità e se esistono errori progettuali”.
Netta la risposta della vicepresidente e assessore all’Ambiente Irene Priolo per la quale “la cassa di espansione di cui si parla ha un milione e centomila metri cubi di invaso: questo invaso ha fatto il proprio dovere in entrambe le alluvioni dello scorso maggio. La cassa ha funzionato. Manca l’opera di presa il cui progetto è stato depositato nel 2022 affinché, come prevede la legge, il ministero dell’Ambiente ne finanzia la realizzazione. Siamo nel 2023 e ancora non abbiamo avuto risposta. I fondi che il governo ha stanziato non sono sufficienti per realizzare tutte le opere strutturali che servono al territorio, ci troviamo sempre a dover decidere quali opere realizzare per prime, noi aspettiamo le risorse e non ci fermeremo”.
Parole alla luce delle quali Castaldini si è detta insoddisfatta perché “non è possibile che ogni volta che facciamo una domanda sull’alluvione sembra che offendiamo qualcuno”.
(Luca Molinari)