La giunta chiarisca se ha finanziato, autorizzato, convenzionato i servizi sanitari erogati dalla struttura del collettivo Làbas di vicolo Bolognetti 2 a Bologna, e se li ritenga legittimi. Lo chiede Valentina Castaldini (Forza Italia) con un’interrogazione a risposta immediata in Aula. La consigliera ricorda che nei locali in uso, “il collettivo gestisce il Laboratorio salute popolare nel quale è attivo un ambulatorio medico-infermieristico per le persone escluse dal Sistema sanitario nazionale, è aperto uno studio odontoiatrico che eroga cure e interventi a titolo gratuito e sono aperti un ambulatorio ginecologico e uno sportello psicologico”.
“La struttura -ha precisato Castaldini- è stata autofinanziata dal centro sociale Làbas attraverso donazioni ma sul sito laboratoriosalutepopolare.it non è possibile risalire a chi effettivamente sia dietro il progetto e non è indicato il nome del direttore sanitario, come invece sarebbe necessario per legge. Mancano inoltre riferimenti a ricavi o entrate: nonostante nei locali di vicolo Bolognetti si svolgano ogni anno decine di iniziative, sul sito di Làbas non è pubblicato alcun rendiconto economico. Infine, a tutela della salute pubblica, sarebbe opportuno conoscere i requisiti di chi esegue le prestazioni sanitarie e se ci sono le autorizzazioni del Servizio sanitario regionale”.
Ha risposto l’assessore alla sanità Raffaele Donini: “Mi impegno a rispondere nel merito una volta fatti gli opportuni accertamenti riguardo l’attività svolta nella struttura. Al momento non ho avuto rilievi riguardo a mancanze nella gestione”.
La consigliera si è detta non soddisfatta: “A che titolo le cooperative che hanno in affido minori migranti si rivolgono tutte al Làbas? Ci sono convenzioni ad hoc? Dato che la narrazione parla sempre di sanità pubblica perché si tende ad andare verso la sanità privata? Sembra un lampante corto circuito”.
(Lucia Paci)