Parità, diritti e partecipazione

Mori (Pd): promuovere l’equilibrio di genere negli incontri pubblici

Presentata una risoluzione per sollecitare il rispetto del protocollo “No women no panel – Senza donne non se ne parla”

Concretizzare principi e buone pratiche derivanti dal protocollo “No women no panel – Senza donne non se ne parla”, sottoscritto con Rai, Università e Città metropolitana di Bologna, e promuovere l’equilibrio di genere in conferenze, seminari, tavoli, comitati ed eventi in tutto il sistema regionale e delle autonomie locali. Lo chiede il Partito democratico con una risoluzione a firma di Roberta Mori (prima firmataria), Lia Montalti, Andrea Costa, Palma Costi, Marilena Pillati, Antonio Mumolo, Marcella Zappaterra, Mirella Dalfiume, Nadia Rossi, Massimo Bulbi.

Ricordando che la Regione Emilia-Romagna “persegue e promuove la parità di genere anche attraverso una legge, la 6 del 2014”, Mori ha sottolineato la necessità di “assicurare che l’organizzazione di eventi pubblici in cui è coinvolta la Regione, la concessione di sostegni e patrocini a iniziative si svolgano nel rispetto di un’equa rappresentanza femminile”.

Con la risoluzione, inoltre, il Pd invita la giunta ad “adottare un provvedimento al quale tutta l’amministrazione regionale si deve attenere anche nella costituzione di organismi collegiali o di coordinamento, comprese le Aziende sanitarie, le Agenzie, le Società in house e partecipate”. Analogo invito è rivolto all’Ufficio di presidenza dell’Assemblea legislativa “affinché venga adottato un atto come quello di giunta con gli obiettivi antidiscriminatori e le azioni di monitoraggio di ‘No Women No Panel’ ed #Equalpanel, rapportato al ruolo e alle funzioni dell’Assemblea”.

“In Italia, come in tutto il mondo -ha concluso Roberta Mori- ci si imbatte frequentemente in conferenze ed eventi che mancano di equilibrio di genere a scapito delle donne, in particolare nei panel principali e più prestigiosi. L’assenza di donne negli eventi pubblici e mediatici offre ai partecipanti una sola prospettiva, limita la qualità del confronto e perpetua stereotipi di ruolo antistorici e profondamente iniqui, alimentando discriminazioni e segregazione di genere nella società”.

(Lucia Paci)

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