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Caliandro (Pd): salvaguardare il futuro dei lavoratori La Perla

“Il governo intervenga dopo il nulla di fatto seguito ad alcuni incontri. Promessi investimenti, ma ad oggi mancano un piano finanziario e piano industriale”. L’assessore Colla: “Inaccettabile il comportamento dell’azienda”

Stefano Caliandro (Pd)

Sono necessarie azioni da parte della Regione nei confronti del governo per risolvere “la situazione dell’azienda La Perla per salvaguardare il futuro di tale importante realtà produttiva del territorio bolognese e dei lavoratori, delle lavoratrici e delle loro famiglie”.

E’ la richiesta, al question time, del consigliere Stefano Caliandro (Partito democratico) che affronta la crisi, in corso da anni, della storica azienda tessile bolognese (lingerie, costumi da bagno, biancheria) fondata nel 1954. L’assessore allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla, ha risposto che in questi ultimi mesi è emerso “un quadro di preoccupazione. All’incontro al tavolo regionale di maggio, è stato chiesto un impegno finanziario e un piano industriale per dare certezze ai lavoratori. La proprietà dice di sì e si impegna a rispettare gli impegni. A fine giugno abbiamo chiesto un incontro urgente. La situazione oggi è di stallo e si rischia il blocco delle vendite. Abbiamo chiesto al ministro Urso la convocazione del tavolo nazionale di crisi. Vogliamo incontrare il ministro perché vanno tutelati un marchio storico e le 350 persone occupate. Il comportamento di La Perla è inaccettabile”.

Caliandro ha replicato che “il governo ha il dovere di fare la sua parte tutelando made in Italy e il made in Bologna. Se il fondo finanziario è sordo alle richieste, la Regione non si volta dall’altra parte”.

L’ultimo capitolo della vicenda, ha ricordato il consigliere dem, è stato a maggio, quando la Regione, con l’assessore Vincenzo Colla,  sindacati e istituzioni, hanno incontrato i vertici aziendali. Il proprietario Lars Windhorst, spiega il consigliere pd, “ha assicurato che sarebbe stata introdotta un’operazione di finanziamento importante entro maggio 2023, garantendo nel giro di pochi giorni dall’incontro un sostegno economico allo stabilimento di Bologna – con i lavoratori dotati di competenze, ma che “difficilmente troverebbero un ulteriore occupazione nelle aziende produttive locali” – in modo da far ripartire il lavoro. Inoltre, l’azienda si era impegnata per un altro finanziamento di 60-70 milioni, ma “ad oggi gli impegni non sono stati rispettati, per questo motivo la Regione e la Città metropolitana di Bologna chiedono ai vertici della storica azienda di rispondere urgentemente sugli impegni disattesi”. Serve un piano aziendale, scrive Caliandro, “per far sì che non si disperdano le professionalità presenti al proprio interno e non si perda alcun posto di lavoro”. Se la situazione dovesse precipitare, il governo deve intervenire “immediatamente per la convocazione di un tavolo nazionale per risolvere l’ennesima crisi aziendale”.

(Gianfranco Salvatori)

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