Ambiente e territorio

Alluvione. Il Pd: servono gli stessi provvedimenti e gli stessi ristori usati per il sisma del 2012

Una risoluzione a prima firma Marcella Zappaterra invita la giunta a chiedere al governo di utilizzare le modalità utilizzate per il terremoto del 2012

Prevedere anche per cittadini e imprese danneggiati dall’alluvione dello scorso maggio gli strumenti normativi e finanziari già previsti nell’emergenza e ricostruzione per il sisma del 2012.

A chiederlo è il Partito democratico in una risoluzione a firma di Marcella Zappaterra (prima firmataria), Palma Costi, Matteo Daffadà, Andrea Costa, Roberta Mori, Marco Fabbri, Antonio Mumolo, Nadia Rossi, Luca Sabattini, Mirella Dalfiume, Pasquale Gerace, Lia Montalti, Massimo Bulbi, Stefano Caliandro, Francesca Marchetti, Francesca Maletti e Marilena Pillati.

“Nel maggio del 2012 il sisma che colpì l’Emilia-Romagna ci restitutiva un territorio devastato e colpito duramente sia umanamente che materialmente, erano i tempi dell’austerity e dei governi tecnici (o di unità nazionale) appoggiati da quasi tutto l’arco parlamentare guidati dal Mario Monti prima ed Enrico Letta dopo, venne emanato, in tempi “quasi” record, il decreto legge per il quale furono nominati quali commissari delegati i presidenti di Regione, attribuendo loro, da subito, il potere di emanare ordinanze commissariali ad hoc e di costituire a sua volta apposite strutture commissariali, composte da personale dipendente delle pubblica amministrazione in posizione di comando o distacco, nel limite di quindici unità”, spiegano i democratici, che ricordano come “vennero delegati i sindaci quali funzionari con poteri e funzioni commissariali specifiche (quasi “sub-commissari”), per favorire la rapidità dei procedimenti, per coordinare le azioni degli interventi”.

Zappaterra e gli altri consiglieri del Pd ricordano anche come “venne istituito e messo a disposizione un fondo speciale alimentato con
mezzo miliardo di euro agendo sulle accise ed altro, con realizzo entro fine anno (2012); ma anche alimentato tramite il fondo di solidarietà dell’Ue e tramite gli importi realizzati dalle manovre di spending review; ed altri fondi. Al contempo vennero previste le misure per ricostruire e riparare abitazioni private, immobili ad uso non abitativo, beni pubblici e culturali; vennero previsti contributi a favore delle attività produttive, industriali, agricole, zootecniche, commerciali, artigianali, con tanto di risarcimenti dei danni agli stoccaggi agricoli e industriali; altri contributi furono previsti per le attività turistico-alberghiere, attività professionali”. Tra i provvedimenti emergenziali citati dal Pd ci sono anche le disposizioni di semplificazione procedimentale, la possibilità di stipula di convenzioni con le Prefetture dei territori, con anche fornitura di personale, per fronteggiare eventuali casi di malaffare.

Nello specifico il Pd ricorda come “uno degli interventi normativi che consentì la celere ripresa delle attività economiche e che diede certezze per quella residenziale fu un meccanismo semplice e soprattutto funzionale che consisteva nell’abilitare i soggetti autorizzati all’esercizio del credito (banche, istituti di credito etc.), operanti nei territori colpiti dal sisma, la possibilità di erogare finanziamenti agevolati, assistiti dalla garanzia dello Stato, su domanda dell’interessato. Ottenuto il finanziamento, in capo al beneficiario maturava un credito di imposta, utilizzato dallo stesso per corrispondere le rate di rimborso del finanziamento: la banca recuperava l’importo del capitale, degli interessi, nonché delle spese necessarie alla gestione del medesimo finanziamento. Si tratta di una misura che, comunemente chiamata ‘cambiale Errani’ e successivamente ‘cambiale Bonaccini’, ha consentito ai cittadini e alle imprese con beni danneggiati dal sisma di ottenere i finanziamenti a fondo perduto per la ricostruzione degli immobili e la ripartenza delle attività economiche, dando in tempi celeri certezze sulle risorse e permettendo la ripartenza sociale, lavorativa e produttiva”.

Da qui la risoluzione per impegnare la giunta “a chiedere al governo di introdurre gli strumenti normativi e finanziari previsti nella emergenza e ricostruzione del sisma dell’Emilia-Romagna del 2012 per i ristori a cittadini e imprese danneggiati dall’alluvione e dal dissesto idrogeologico del maggio 2023 in Emilia-Romagna” e impegna l’Assemblea legislativa  “a informare e sensibilizzare i parlamentari dell’Emilia-Romagna sui temi del presente atto e quindi sull’importanza dello strumento finanziario sopra descritto al fine di poter intraprende ogni azione utile in tal senso”.

(Luca Molinari)

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