La Regione spieghi “se e in che misura il Commissario straordinario può esercitare poteri tali da superare i vincoli originati da interpretazioni di pareri forniti da Ispra che limitano il contrasto alla Psa (Peste suina africana), quali ad esempio quelli relativi all’abilitazione dei cani nell’attività venatoria”.
E’ la domanda posta dal consigliere Gianluigi Molinari (Partito democratico) in un’interrogazione che prende le mosse dal decreto legge 75 del 2003 dove, a causa dell’emergenza, ha potenziato i poteri del commissario straordinario. Quest’ultimo può definire “il piano straordinario delle catture a livello nazionale e regionale con tempistiche, obiettivi numerici di cattura e, sentita Ispra, abbattimento e smaltimento, comunicandolo alle regioni”. Inoltre, può attivare, “in caso di inerzia o mancato raggiungimento degli obiettivi da parte delle competenti autorità regionali”, poteri sostitutivi.
La Psa, continua il consigliere dem, si rallenta evitando il contatto tra animali sani e infetti e intensificare l’attività venatoria “nelle zone non contagiate, potrebbe rappresentare un valido ausilio sia per limitare la potenziale platea di animali sani potenziali portatori di virus, sia per abbassare il numero dei cinghiali esponenzialmente cresciuto in tutta Europa con conseguenti danni all’agricoltura ed alla sicurezza pubblica”.
Ma ci sono limiti a protezione della specie “che oggi continuano a favorire disagi, danni e perdite per i nostri coltivatori: ci si riferisce ai limiti sulle certificazioni e abilitazioni per i cani ed in generale sui pareri di Enti quali l’Ispra che nel concreto, a volte, limitano ed interferiscono sugli abbattimenti, sulla gestione dell’abbattuto, su tempi e modalità che, indirettamente, incidono negativamente sul contrasto alla Psa”. La Regione, conclude Molinari – potrebbe intervenire e sottoporre al commissario – “che sembrerebbe poter agire anche “quasi” in autonomia” – possibili soluzioni.
(Gianfranco Salvatori)