Riutilizzo di fanghi e materiale proveniente dalle frane per la ricostruzione, invece che smaltirlo. È la richiesta contenuta nell’interrogazione di Marco Mastacchi (Rete civica), che vuole anche sapere “se la dislocazione dei siti di stoccaggio nel nostro Appennino ha tenuto in debita considerazione la distanza tra i luoghi di prelevamento del materiale e i luoghi in cui potrebbe essere riutilizzato, al fine di ridurre i costi di trasporto”.
In molte zone dell’Appennino, spiega il consigliere, “le strade sono ancora interrotte con il conseguente isolamento di case e imprese, mentre in pianura bisogna gestire tutti i detriti lasciati dall’esondazione dei fiumi”. Utilizzando questo materiale, prosegue, “si potrebbero limitare i costi e i tempi di costruzione”. Un fenomeno su cui bisogna intervenire perché, conclude il consigliere, “in un territorio così vasto l’aumento dei fenomeni franosi ha stravolto la cartografia facendo sparire molte strade, sarà quindi necessario un grosso lavoro”.
(Gianfranco Salvatori)