Ambiente e territorio

Ambiente. Gibertoni (Misto): “Stop in Emilia-Romagna alla caccia allo storno, specie protetta”

“In Emilia-Romagna si legittima, di fatto la caccia a una specie protetta come lo storno, con 1,3 milioni di esemplari uccisi in poco più di dieci anni”

“Stop in Emilia-Romagna alla caccia allo storno, specie protetta!”

La richiesta arriva, con un’interrogazione rivolta alla giunta regionale, da Giulia Gibertoni (gruppo Misto).

Per la consiglierà è inaccettabile quanto sta accadendo in regione: “In Emilia-Romagna si legittima, di fatto la caccia a una specie protetta come lo storno, con 1,3 milioni di esemplari uccisi in poco più di dieci anni”.

“Allo storno – rimarca la capogruppo – è stato assegnato lo status di specie protetta ma la Regione Emilia-Romagna, nei fatti, non vuole riconoscerlo”.

Nell’atto si spiega che Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) ha concesso all’Emilia-Romagna la deroga alla non cacciabilità di questa specie, ma a determinate condizioni, tra queste il divieto alle uccisioni nel mese di novembre (questo perché negli ultimi cinque anni non si sono registrati danni alle coltivazioni).

“Malgrado la linearità e chiarezza di questo parere, giustificato dall’analisi di dati certi, la Regione Emilia-Romagna, con una insistenza degna di miglior causa e motivata, realmente, solo dalla necessità di blandire, con l’ennesima previsione ad hoc, la lobby dei cacciatori, è tornata alla carica nei confronti di Ispra, al fine di ottenere una nuova pronuncia, riuscendo con la propria insistenza ad ottenere un nuovo parere, che consente le uccisioni anche a novembre”, sottolinea Gibertoni. “L’accanimento contro lo storno, un uccello che ci regala meravigliose coreografie nei nostri cieli, ci fa credere che la Regione abbia il preciso intento di consentire ai cacciatori di sterminare il maggior numero possibile di esemplari: con la riproposizione di anno in anno della stessa deroga si è, di fatto, autorizzata la caccia allo storno (altro che specie protetta!), violando lo spirito della legislazione comunitaria e nazionale”, conclude.

(Cristian Casali)

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