Sanità e welfare

I sindaci: garantire la qualità dei servizi in Appennino

I primi cittadini sono intervenuti in rappresentanza dei distretti sanitari in commissione Politiche per la Salute sulla situazione nelle aree appenniniche

In commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Ottavia Soncini, audizione dei sindaci (in rappresentanza dei distretti sanitari) sulla situazione sanitaria nelle aree appenniniche bolognesi.

“L’obiettivo è quello di valorizzare i presidi ospedalieri territoriali, a partire dalla montagna, questo anche sviluppando le vocazioni delle singole strutture, per rafforzare la rete dei servizi (a partire da quelli specialistici)”, apre i lavori l’assessore regionale Raffaele Donini.

“Da Roma – aggiunge l’assessore – negli ultimi decenni non si è investito sulla sanità, il bisogno di salute cambia da zona a zona, nessuno pensa di smantellare i presidi ospedalieri in montagna, vogliamo che i servizi di base siano il più possibile vicini al cittadino, anche turnando, ad esempio, i professionisti (anche con la chirurgia veloce e la telemedicina), vogliamo investire sulle periferie del nostro territorio regionale”.

“C’è la massima attenzione per tutti i territori, utile il confronto”, sottolinea, sul tema, la presidente Soncini.

“I servizi sanitari in montagna vanno potenziati, centrale nella nostra area è l’ospedale di Loiano, le specialistiche sono insufficienti (con tempi di attesa lunghi, il 65 per sento delle richieste sono convogliate in altri presidi), anche sull’urgenza e l’emergenza servono servizi più adeguati, la nuova riorganizzazione per noi è inattuabile”, rimarca la sindaca di Monghidoro, Barbara Panzacchi.

Il sindaco di Loiano, Fabrizio Morganti, rileva che “sulla specialistica i servizi sono insufficienti”. Ribadisce comunque l’importanza di investire sul presidio ospedaliero di Loiano: “In previsione lavori di ampliamento della struttura, servono poi ristrutturazioni per alcuni reparti”. “Mi auguro che anche rispetto al personale (medici e infermieri) ci sia attenzione per le nostre aree”, conclude.

Per Alessandro Santoni, sindaco di San Benedetto val di Sambro, “il sistema va rafforzato, l’assistenza sanitaria non è solo offerta ospedaliera (comunque Vergato va potenziato), per le caratteristiche del nostro territorio i servizi non possono essere centralizzati, i servizi devono essere diffusi, servono investimenti”.

Per Maurizio Fabbri, sindaco di Castiglione dei Pepoli, “fondamentale il mantenimento dei servizi sociosanitari, un obiettivo strategico, diventa centrale potenziare la medicina territoriale, serve una visione integrata del nostro territorio”. “L’ospedale di Castiglione è un presidio per noi fondamentale, ma manca personale”, evidenzia. Propone poi di “fare formazione professionale anche in loco”.

Per il sindaco di Casalecchio di Reno, Massimo Bosso, “importante è l’integrazione tra il sociale e il sanitario, fondamentale trasformare le case della salute in case di comunità, con un unico sportello sui temi sociosanitari, utile poi rafforzare la rete dei servizi con il supporto centrale dei medici di base”.

Poi gli interventi dei consiglieri.

Per Marco Mastacchi (Rete civica) “ci sono difficoltà nei territori di montagna, per il futuro occorre perfezionare la filiera delle decisioni, serve potenziare i servizi, a partire dagli ospedali, e contestualmente valorizzare l’attività dei professionisti”. “Non possiamo poi scollegare il tema della sanità, per renderla il più possibile efficace, con quello delle infrastrutture, che devono essere adeguate”, conclude.

Per Valentina Castaldini (Forza Italia) “con la riorganizzazione dell’emergenza e urgenza, riforma indispensabile, ci dicono che dovrà essere tutto pronto per il 15 settembre, serve però un maggiore confronto”.

Per Michele Facci (Lega) “non c’è nulla di nuovo sotto il solo, si parla sempre delle stesse cose, i problemi dell’Appennino permangono, a partire dai punti nascita chiusi, le criticità sono sempre le stesse, mancano i servizi, dobbiamo capire se ci può essere un’inversione di tendenza, ma questa inversione non si vede”.

Per Marta Evangelisti (Fdi) “chi vive la montagna deve avere i servizi, a partire dalla sanità, serve poi la qualità (compresa quella dei professionisti)”. La consigliera sulla riforma dell’emergenza e urgenza: “L’elisoccorso non può essere l’unica risposta”.

Per Marilena Pillati (Pd) “in Appennino la situazione è complessa, è importante ci siano risposte di qualità il più possibile vicino a casa, c’è bisogno di più risorse e più personale”.

Per Silvia Piccinini (Cinquestelle) “il problema del personale impatta molto di più in Appennino, serve incentivare il lavoro in montagna e nelle altre aree periferiche, dobbiamo tutelare i territori più fragili”.

(Cristian Casali)

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