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Gli stakeholder promuovono la legge sui biodistretti

Silvia Zamboni (Europa Verde): “Serve un’alleanza per l’agricoltura sostenibile, con l’assestamento di Bilancio in discussione domani saranno stanziati 250.000 nel triennio 2023-2025”. Fabio Rainieri (Lega): “Voglio ascoltare i suggerimenti delle parti sociali e tenerne conto”

Gli stakeholder promuovono la proposta di legge sui biodistretti a prima firma Silvia Zamboni (Europa Verde). Le associazioni sono intervenute durante la commissione Politiche economiche presieduta da Manuela Rontini e hanno sottolineato l’importanza di una legge a sostegno di una realtà sempre più importante per l’economia regionale e la cura del territorio.

“Mi fa piacere la grande partecipazione a questa commissione, è la dimostrazione dell’interesse verso la promozione dei biodistretti: vogliamo promuovere e favorire la libera aggregazione delle imprese collegate all’agricoltura biologica; valorizzare e sostenere tutte le fasi della filiera del biologico (produzione, confezionamento, trasformazione, commercializzazione, distribuzione e promozione)”, spiega Zamboni che ricorda come i principali obiettivi del progetto di legge sono: disciplinare e promuovere i biodistretti a livello regionale, anche da un punto di vista economico, creando “un’alleanza” tra agricoltori, allevatori e trasformatori bio, cittadini, operatori turistici, associazioni e pubbliche amministrazioni, con lo scopo di diffondere la cultura del biologico, i principi dell’agro-ecologia e favorire un modello di sviluppo sostenibile. “Con l’assestamento di Bilancio che discuteremo domani su questa legge sono stati stanziati nel 50.000 euro nel 2023, 100.000 euro nel 2024 e 100.000 euro nel 2025: spero che la domanda sarà così elevata da dover aumentare i fondi”, spiega Zamboni.

“L’iter di questa legge è un po’ complicato, se facciamo una udienza conoscitiva è per ascoltare i suggerimenti e non per arrivare con tutto già deciso: contrariamento alla relatrice di maggioranza io sono qui ad ascoltare gli stakeholder e terrò conto delle loro richieste”, sottolinea il relatore di minoranza Fabio Rainieri (Lega).

Numerose le associazioni intervenute.

“Il biodistretto è un territorio dove si fa agricoltura biologica, per questo è fondamentale non sovrapporre i distretti, preservare una saubiologica almeno del 30% su base comunale, evitare biodistretti a squilibrati e prevedere un sostegno ai biodistretti di montagna”, spiega Michele Sartori (vicepresidente Biodistretto Alte Valli), mentre Paolo Burani (Biodistretto Reggio Emilia) ha ricordato come “Zamboni ha fatto un lavoro non banale, sui territori c’è molto apprezzamento per il percorso che ha portato a questa proposta di legge: dobbiamo operare per non lasciare indietro nessun territorio e affrontare il fatto che molti territori non hanno più un terreno fertile”.

Per Antonio Lo Fiego, intervenuto a nome di Aiab Emilia-Romagna, “l’Emilia-Romagna è stata la prima regione a promuovere il mondo biologico e ci fa molto piacere che questo percorso stia andando avanti: abbiamo bisogno di questa legge e vogliamo affrontare i cambiamenti climatici e lo spopolamento della montagna. Dobbiamo tutelare anche gli apicoltori che sono a tutti gli effetti imprenditori agricoli”.

“La Romagna ha dovuto affrontare la siccità, l’alluvione, le grandinate. Questo conferma come l’agricoltura biologica sia la strada da seguire per consumare meno acqua, sfruttare meno i terreni e non utilizzare concimi e pesticidi”, spiega Paolo Galletti (Aiab Emilia-Romagna), mentre Riccardo Evangelisti (Cia Emilia-Romagna) sottolinea come “il biodistretto è un’opportunità per creare un’alleanza tra cittadini, amministratori e produttori per valorizzare le risorse naturali: ogni legge che promuova i biodistretti è opportuna e trova il nostro sostegno. Il biodistretto è un’opportunità in primo luogo per le zone svantaggiate”.

“L’agricoltura biologica è un settore importante per la nostra regione e per l’Italia”, sottolinea Carlo Bazzocchi (Presidente Agricoltura di Confine e ATBio) per il quale la proposta di legge è positiva e frutto di un buon lavoro.

Per Lucio Cavazzoni (Presidente Biodistretto dell’Appennino bolognese) bisogna “fare una battaglia per sostenere anche chi vuole costruire dei biodistretti in pianura: alcuni degli articoli della proposta di legge di cui stiamo discutendo sono concetti per i quali ci battiamo da dieci anni. Vogliamo partire dalla terra per una riconversione e rigenerazione dei territori che riguardi l’intera comunità. Vogliamo poter utilizzare i biodistretti per sperimentare nuove attività per la tutela del territorio”. Cavazzoni ha anche chiesto però di rivedere alcune delle norme previste in materia di numero minimo di agricoltori per dare vita a un biodistretto.

Per Monica Coletta (vicepresidente di Aiab) l’obiettivo è “sostenere l’agricoltura biologica che è un modo di cura del territorio: in questo senso il biodistretto è uno strumento importante. Bisogna sostenere i produttori che hanno scelto di fare solo biologico e non quelli che operano in un regime misto”. Dal canto suo Paolo Santachiara (Slow food Reggio Emilia) “realtà come Slow food sono nati per cercare di salvare il nostro territorio: siamo nati prima della legge nazionale, vogliamo lavorare sulla solidarietà tra aziende biologiche e tutta la società civile. Ringrazio Silvia Zamboni per il progetto di legge proposto: lavoriamo per salvare la Pianura Padana, come dice Papa Francesco vogliamo salvare la casa comune”.

“La proposta di legge di Zamboni va nella giusta direzione: consente il coinvolgimento di tanti attori e crea soglie di accesso più favorevoli a creare una situazione inclusiva”, sottolinea Claudia Ramiri (Cna Emilia-Romagna), mentre Andrea Flora (Direttore Confagricoltura Bologna) ricorda come “la proposta di legge di Zamboni è giusta: non vanno messi troppi paletti per aderire ai biodistretti perché non siamo “buoni contro cattivi”, ma dobbiamo tutti operare per il territorio evitando la contrapposizione sempre più evidenti che ci sono nella società, gli agricoltori non sono cattivi, sono quelli che tengono in piedi il Paese”.

Dal canto suo Maximiliano Falerni (Presidente Unpli-Pro loco Emilia-Romagna) sottolinea come “dobbiamo valorizzare le sagre: sono un mondo che valorizza prodotti e territori, quando si promuove un prodotto agricolo in realtà si promuove un intero territorio”.

Loretta Losi (Legacoop) sottolinea come “questa proposta di legge si pone una grande sfida: vuole fare sì che un territorio viva grazie alla capacità di fare comunità, anche attraverso le cooperative di comunità e le cooperative sociali. E’ un modo di crescita per tutto il territorio”.

 

(Luca Molinari)

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