Sanità e welfare

Lega: l’Emilia-Romagna promuova e garantisca il diritto all’oblio oncologico

Nella risoluzione presentata da Massimiliano Pompignoli (primo firmatario) e Maura Catellani viene sollevato il problema delle persone considerate guarite dal cancro e che “subiscono discriminazioni per accendere un mutuo, adottare un bambino, nell’avanzamento di carriera, per chiedere un prestito od ottenere un finanziamento, per aprire un’attività o per richiedere una copertura assicurativa”

Sollecitare il confronto sul riconoscimento del diritto all’oblio oncologico in conferenza Stato-Regioni e adottare “ogni opportuna e necessaria iniziativa, per quanto di propria competenza, volta a promuovere il riconoscimento e la tutela del diritto all’oblio oncologico per garantire alle persone che sono state affette da patologie oncologiche la parità di accesso alle procedure per l’adozione di minori, ai servizi bancari, finanziari e assicurativi, all’accesso alle procedure concorsuali laddove siano richiesti requisiti psico-fisici o concernenti lo stato di salute”.

Questo il dispositivo dell’atto di indirizzo politico rivolto alla giunta regionale dai leghisti Massimiliano Pompignoli (primo firmatario) e Maura Catellani e che prende forma dalla risoluzione del Parlamento europeo dello scorso febbraio che afferma come “le compagnie di assicurazione e le banche non dovrebbero considerare la storia clinica delle persone colpite da cancro”.

A fronte dei 3,6 milioni di persone interessate nel 2022 da una diagnosi di cancro, 900mila sono da considerarsi guarite e nonostante ciò subiscono ancora evidenti discriminazioni.

“Con il riconoscimento del diritto all’oblio oncologico -spiegano ancora i leghisti- per accedere ad esempio a servizi bancari, finanziari e assicurativi, o per l’accesso a procedure concorsuali qualora siano previsti determinati requisiti psico-fisici, potranno essere richieste alla persona informazioni sullo stato di salute relative a malattie oncologiche pregresse e quando sia trascorso un certo periodo di tempo da individuare dalla fine del trattamento attivo, in assenza di recidive o ricadute della patologia, tali informazioni non potranno più essere considerate ai fini della valutazione del rischio o della solvibilità del cliente”.

Con questa iniziativa, di fatto, si auspica quindi la parificazione dell’Italia a nazioni “come Francia, Belgio, Lussemburgo, Olanda e Portogallo che già da tempo hanno adottato leggi o provvedimenti sul tema dell’oblio oncologico”.

In via più generale, infine, la risoluzione della Lega chiede anche la promozione in ogni sede opportuna “di un dibattito pubblico utile a stimolare l’azione politica sul diritto del cittadino all’oblio oncologico”.

(Luca Boccaletti)

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