Attivarsi per una deroga alle norme che “pongono le responsabilità in capo ai proprietari frontisti in merito alla sistemazione dell’invaso dei fiumi privi di arginatura, come peraltro già realizzato in diverse discipline di settore con la Legge 100/2023”.
È la richiesta di Marco Mastacchi, capogruppo di Rete civica, alla Regione dalla quale vuole anche sapere se si sia “prontamente attivata e con quali modalità per inserire le sistemazioni dell’invaso dei fiumi privi di arginatura nelle richieste dei danni dovuti all’alluvione, per realizzare opere di ripristino e ricostruzione”.
Il consigliere prende le mosse dalle segnalazioni “secondo le quali la Regione non intende procedere alla sistemazione dell’invaso dei fiumi privi di arginatura, assumendo come motivazione che nelle zone prive di arginatura la gestione
sarebbe a carico dei frontisti”. La denuncia lascia supporre, continua Mastacchi, “che le sistemazioni dell’invaso dei fiumi privi di arginatura non verranno inserite nelle richieste di danni dell‘alluvione né nelle opere di ripristino e ricostruzione”. Le piogge eccezionali “e i danni che sono scaturiti con l’alluvione potevano essere sicuramente ridotti da una gestione del territorio più puntuale” sottolinea il consigliere che prosegue ricordando come ad allevatori, agricoltori e frontisti “era vietata qualsiasi attività vicino ai corsi dei fiumi, la cura del bosco o la pulizia degli alvei o anche solo la rimozione di un ramo dal letto dei fiumi”. Inoltre, la Regione è stata disattenta non sistemando gli invasi dei fiumi.
C’è poi un aspetto giuridico. La legge 100 del luglio 2023 ha permesso deroghe a diverse discipline di settore. Un Regio decreto stabilisce che la responsabilità della manutenzione di fossi e corsi d’acqua spetti ai proprietari frontisti. La Regione, conclude Mastacchi, “poteva chiedere anche per la disciplina sopracitata una deroga temporanea, giustificata dall’evento alluvionale”.
(Gianfranco Salvatori)