Promuovere iniziative per pescatori professionisti e sportivi finalizzate al contenimento del granchio blu; promuovere il consumo di questo crostaceo e sostenere una campagna di informazione per i turisti. Sono, in sintesi, i punti su cui la Lega, con una risoluzione che vede primo firmatario il consigliere Fabio Bergamini, chiede alla giunta di impegnarsi. Il documento è firmato anche da Stefano Bargi, Maura Catellani, Michele Facci, Massimiliano Pompignoli, Gabriele Delmonte, Matteo Rancan, Fabio Rainieri, Andrea Liverani, Emiliano Occhi e Matteo Montevecchi.
La formazione, scrive il consigliere, oltre che ai pescatori va rivolta “alle rispettive Associazioni di categoria, per determinare il contenimento della diffusione delle specie aliene come il ‘granchio blu’, in modo da preservare un settore strategico per l’economia come l’acquacoltura”. Inoltre, attraverso idonei bandi, va promosso “un indotto basato sul commercio, l’informazione e il consumo di questo particolare crostaceo”. Infine, scrive Bergamini, occorre “sostenere le misure necessarie per una corretta informazione rivolta ai turisti delle località marittime regionali, in merito alla presenza del ‘granchio blu’ sulle coste”.
Il crostaceo, originario dell’Atlantico, si è diffuso nel Mediterraneo a causa dell’innalzamento delle temperature dei mari. Il “granchio blu” ha causato evidenti problemi all’acquacoltura emiliano-romagnola, che si distingue per essere un settore economico trainante della regione, in particolare nella Sacca di Goro, dove sono stati danneggiati gli allevamenti di vongole, cozze, telline. Negli Stati Uniti, ricorda il consigliere, il consumo di granchio blu raggiunge le circa 60mila tonnellate annue. “Si ritiene, infatti, che una delle misure sostenibili – si legge nella risoluzione – per il contenimento della specie possa essere determinata proprio dalla pesca, finalizzata al commercio e al consumo alimentare di questa particolare specie di granchio, la quale potrebbe creare le condizioni per un indotto economico”. E sono diverse le aziende del litorale adriatico, conclude Bergamini, che si sono dette disponibili alla “preparazione e commercializzazione della polpa di granchio derivata”, mentre la ristorazione e la promozione turistica potrebbero “trasformare in risorsa gastronomica ed economica la presenza di questa specie aliena nel loro territorio”.
(Gianfranco Salvatori)