Ambiente e territorio

Gibertoni (Misto): più attenzione verso impianti per fertilizzanti da fanghi di depurazione

La capogruppo in un’interrogazione chiede di estendere l’approccio tenuto nei confronti di un impianto di Portomaggiore (Ferrara) a tutto il territorio regionale

“Adottare un atteggiamento maggiormente coerente nei confronti degli impianti per la produzione di fertilizzanti da fanghi di depurazione che faccia dell’approccio nei confronti dell’impianto previsto a Portomaggiore una linea generale di condotta nei confronti di tutti questi impianti”.

Questo l’auspicio che Giulia Gibertoni (gruppo Misto) consegna all’esecutivo regionale in un’interrogazione riguardante il settore degli impianti per la produzione di fertilizzanti da fanghi di depurazione. Rifacendosi al giudizio di contrarietà tenuto dalla giunta nella vicenda di un impianto che si vuole far sorgere in provincia di Ferrara, Gibertoni rimarca come tale insediamento “sarebbe prossimo alla Zona di Protezione Speciale della rete Natura 2000 ‘Valle del Mezzano’ che consta di circa 18.863 ettari e interessa quattro comuni: Comacchio, Ostellato, Argenta e, appunto, Portomaggiore e l’area protetta verrebbe inevitabilmente coinvolta nello spandimento delle sostanze inquinanti sui terreni, con ripercussioni sulle acque e sulla fauna presente, oltre che con danno alle coltivazioni, a partire da quelle biologiche, e in generale a tutti i prodotti agricoli dell’area e alla stessa catena alimentare”.

Per la capogruppo la vicenda dell’insediamento di Portomaggiore testimonia come “il territorio della Regione Emilia-Romagna si sta trasformando in una sorta di discarica a livello nazionale di rifiuti inquinanti e, cosa ancora più preoccupante, riversati sui terreni agricoli, entrando così nel ciclo alimentare sfruttando la disponibilità di agricoltori che, dietro compenso, si rendono disponibili ad accogliere i cosiddetti ‘fertilizzanti’, in realtà ‘inquinanti’ sia di terreni sia di falde e acque superficiali”.

A fronte delle recenti dichiarazioni dell’assessore all’Ambiente Irene Priolo, la quale ha dichiarato come sulla contrarietà alla nascita dell’impianto ferrarese “non avremo esitazioni a seguire la via giudiziaria e siamo pronti a sfidare anche il governo. Saremo fino all’ultimo al fianco dei sindaci e dei cittadini”, Gibertoni rileva come “la Regione Emilia-Romagna ha già l’autorità e l’autonomia per regolare queste attività inquinanti grazie alla competenza in materia di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema e, comunque, la Regione potrebbe utilizzare lo stesso atteggiamento ‘non collaborativo’, manifestato dall’assessore regionale nell’intervento pubblico a Portomaggiore, laddove ritenesse un impianto pericoloso per la comunità regionale e in ogni caso lavorare per restringere l’uso di queste sostanze sui campi agricoli”.

Da qui la sollecitazione alla giunta per arrivare ” a vietare lo spandimento dei fanghi sui campi agricoli, lavorando da subito sia per ottenere una modifica della normativa nazionale sia per un’applicazione della stessa sul territorio regionale improntata al principio di precauzione e salvaguardia della salute”.

(Luca Boccaletti)

Ambiente e territorio