Ambiente e territorio

Gibertoni (Misto): dopo la sentenza del Tar modificare subito il calendario venatorio 2023/24

Il calendario, affermano i giudici amministrativi, va cambiato per tutelare i periodi di nidificazione e riproduzione degli animali, stabilendo che la caccia a tutte le specie di uccelli e di piccola selvaggina sia aperta dal 1° ottobre e aggiungendo una sola giornata aggiuntiva a ottobre e novembre”

Giulia Gibertoni

La giunta adegui “al più presto e in maniera completa, il “Calendario venatorio regionale – Stagione 2023/2024” a quanto stabilito” dall’Ordinanza del 7 settembre 2023 del Tar.

Lo chiede un’interpellanza presentata dalla consigliera Giulia Gibertoni (Gruppo Misto) la quale si rivolge alla Regione per modificare “di conseguenza, anche il Calendario Venatorio tascabile pubblicato sul portale regionale, che già dovrebbe riportare quanto ordinato dal TAR per l’Emilia-Romagna”. Inoltre, la capogruppo del Misto, vuole sapere se la giunta “non ritenga necessario evitare, per il futuro, quanto già fatto puntualmente e pervicacemente ogni anno, cioè di dover attendere le pronunce giurisprudenziali, o i richiami da parte di altre autorità ed enti, che potranno arrivare a posteriori e quindi, di fatto, producendo un danno alla fauna selvatica, cioè a un bene indisponibile dello Stato, mentre compito della Regione, anche in questa materia, dovrebbe essere adeguare le proprie scelte ai principi stabiliti dalle leggi vigenti e dalla giurisprudenza in materia”.

Il Tribunale amministrativo regionale, ricorda la consigliera, con l’Ordinanza “ha imposto l’apertura della caccia programmata a tutte le specie di uccelli e di piccola selvaggina al 1° ottobre 2023 e la chiusura della stessa secondo quanto previsto nel parere ISPRA, nonché la limitazione a una sola giornata aggiuntiva di caccia nei mesi di ottobre e novembre 2023”.

L’Ordinanza del Consiglio di Stato dell’ottobre 2022 “rappresentava, ancora una volta, una sottolineatura circa la necessità di seguire, in questa materia, le indicazioni dell’ISPRA, che, pur non vincolanti, possono essere disattese solo in presenza di “elementi di eguale livello scientifico” e circa la necessità ad ottemperare al principio di precauzione”. Ispra, continua Gibertoni, “si pronuncia sulla base dei dati, ritenuti sostanzialmente vincolanti a livello europeo, e ha sempre sconsigliato l’estensione temporale dei calendari venatori in ragione delle caratteristiche biologico-riproduttive delle varie specie, ritenendo essenziale la protezione degli animali nelle fasi più delicate della loro vita, ossia i periodi di nidificazione (agosto-settembre) e di ritorno dei migratori dai luoghi di riproduzione (febbraio-marzo)”.

La capogruppo conclude affermando che “assistiamo ormai da anni, da parte della Regione Emilia-Romagna, al sistematico ricorso ad aperture anticipate e chiusure posticipate della stagione venatoria, così come all’individuazione di giornate supplementari di caccia del tutto slegate dall’esigenza di tutela delle specie che finiscono per configurarsi in mere concessioni al mondo venatorio. Si assiste, infine, al ritardo con cui la Regione tarda a recepire l’Ordinanza, comportamento che, facendo balenare l’idea di un ricorso, mostra ancora una volta la pervicace e strenua difesa delle ragioni dei cacciatori”.

(Gianfranco Salvatori)

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