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La storia del welfare bolognese nel segno di Flavia Franzoni

Aperta in Assemblea legislativa la mostra “Il coraggio di cambiare. Il welfare a Bologna negli anni Settanta” che racconta lo sviluppo dello stato sociale a Bologna

Scuola, salute, ambiente: tre parole per raccontare gli anni ’70 a Bologna, il culmine di quel “trentennio glorioso” iniziato sulle macerie della Seconda guerra mondiale e che portò la nascita e lo sviluppo del welfare state in Europa e la conquista di diritti come lo stato di famiglia, lo Statuto dei lavoratori, la scuola media statale e l’abolizione del numero chiuso nelle università.

La presidente dell’Assemblea legislativa Emma Petitti ha inaugurato oggi  “Il coraggio di cambiare. Il welfare a Bologna negli anni Settanta”, mostra organizzata dalla Rete archivi del presente, realtà che unisce 16 istituzioni archivistiche pubbliche e private bolognesi fra cui l’Archivio Pedrelli della Camera del lavoro-Cgil di Bologna e l’Archivio di Stato.

“L’esposizione mette in luce i cambiamenti intervenuti nella “straordinaria sperimentazione in campo politico e sociale che Bologna e l’Emilia-Romagna hanno attraversato nel corso degli anni Settanta”: la nascita delle Regioni costituisce l’innovazione “più corposa” nella vita istituzionale del Paese ad esse vengono affidate dalla previsione costituzionale le materie che in seguito sarebbero state identificate sotto la definizione di welfare”, sottolinea Petitti per la quale “la Regione Emilia-Romagna ha profuso i maggiori sforzi proprio negli ambiti della salute, della scuola e dell’ambiente, sia agendo in forma diretta, sia assumendo un importante ruolo di sostegno alle iniziative degli enti locali in una visione complessiva di partecipazione democratica a tutti i livelli istituzionali. Fra le tante linee d’azione innovative citiamo la formazione degli operatori, oggetto di studio anche da parte dell’indimenticabile Flavia Franzoni in un contributo all’interno del catalogo della mostra: vorrei ricordala per tutto quello che ha fatto per la nostra regione”.

La mostra, attraverso documenti, fotografie e manifesti conservati nei fondi archivistici della città, racconta la straordinaria stagione riformista degli anni ’70 che da Bologna ha indicato la via per le più importanti riforme del Paese per la scuola (la nascita degli asili nido, la riforma della scuola materna, l’edilizia scolastica), la salute (i poliambulatori di quartiere, la chiusura delle scuole speciali, i protagonisti di una stagione dove il diritto alla salute entrava nelle fabbriche e nei posti di lavoro) e l’ambiente (con la pedonalizzazione di Piazza Maggiore, la salvaguardia della collina, il piano per il centro storico).

L’Assemblea legislativa ha arricchito la mostra con proprio materiale d’archivio relativo ai temi sociali ed ambientali raccontati da “Il coraggio di cambiare”: in particolare si tratta di una raccolta dei testi originali delle prime leggi regionali in materia di welfare e asili nido e un pacchetto di foto che raccontano i primi passi della Regione in questi campi d’azione.

“Siamo molto soddisfatti di aver potuto realizzare questa mostra anche con l’intento di fare conoscere documenti di grande valore che dimostrano l’importanza di avere archivi”, hanno spiegato Gabriele Bezzi (Rete degli archivi) e Elena Boni (Archivio della Regione) e Tiziana Ravasio (Archivio Assemblea legislativa). Dal canto suo Elisabetta Perazzo ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra diversi archivi storici.

All’inaugurazione erano presenti i consiglieri regionali Marilena Pillati, Giuseppe Paruolo, Mirella Dalfiume, Daniele Marchetti, Silvia Zamboni, Ottavia Soncini, Marco Mastacchi e Francesca Marchetti.

In concomitanza con la mostra sono previsti anche tre convegni: il 18 settembre “Il welfare e Donne negli anni 70”, il 22 settembre “Le fonti d’archivio per il giornalismo”, il 29 settembre “La nascita della Regione” con una lezione del professor Roberto Balzani. Tutti i convegni saranno alle ore 15 nella Sala Guido Fanti in viale Aldo Moro a Bologna.

I documenti riprodotti in mostra sono molto variegati: fotografie, comunicati sindacali, riviste, giornali, delibere amministrative. Alcuni pannelli a parte sono dedicati ai manifesti conservati dall’Archivio storico comunale ma non solo, che per la loro preminenza numerica costituiscono quasi un percorso parallelo. Fanno parte della Rete Archivi del presente: Soprintendenza archivistica e bibliografica dell’Emilia-Romagna, Archivio di Stato di Bologna, Archivio storico della Regione Emilia-Romagna, Archivio storico del Comune di Bologna, Archivio storico della Città metropolitana di Bologna, Museo civico del Risorgimento di Bologna, Archivio storico “Paolo Pedrelli” della Camera del Lavoro Metropolitana di Bologna, Archivio storico Cisl area metropolitana bolognese “Rino Bergamaschi”, Archivio storico della nuova sinistra “Marco Pezzi”, Fondazione Gramsci Emilia-Romagna, Archivio storico Unione Fotografi Organizzati, Archivio Unione Donne in Italia (UDI) sede di Bologna, Archivio di storia delle donne di Bologna, Istituzione Gian Franco Minguzzi, A.N.A.I. – Associazione Nazionale Archivistica italiana – Sezione Emilia-Romagna, Centro di documentazione Flavia Madaschi – Cassero LGBTI+ Center, Fondazione Ivano Barberini per lo studio e la divulgazione della storia e civiltà della cooperazione.

È possibile visitare la mostra fino al 29 settembre dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 18 nella sede dell’Assemblea legislativa regionale in Viale Aldo Moro 50 a Bologna.

Per informazioni: gabinettopresidenteal@regione.emilia-romagna.it tel. 051-5275768 / 5826

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(Luca Molinari)

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