Utilizzare il principio di precauzione, per le farine di insetto, “evitandola nella preparazione dei pasti per le mense delle scuole di ogni ordine e grado e per le strutture sanitarie, a tutela dei rischi per la salute”.
La consigliera Giulia Gibertoni (Gruppo Misto) in un’interrogazione alla giunta chiede “se non ritenga opportuno adottare il principio di precauzione, riguardo all’utilizzo delle farine di insetto, evitandola nella preparazione dei pasti per le mense delle scuole di ogni ordine e grado e per le strutture sanitarie, a tutela dei rischi per la salute, in particolare il rischio allergologico, e comunque subordinandone strettamente anche in futuro l’utilizzo all’esplicito consenso preventivo scritto, qualunque sia la percentuale di utilizzo di queste farine nella preparazione dei pasti, adoperandosi perché si adottino indicazioni chiare anche presso mense e servizi di ristorazioni privati”.
Secondo la capogruppo del Misto “sono diversi i rischi ineliminabili connessi all’utilizzo delle farine di insetti, infatti, come tantissimi altri alimenti, possono innescare reazioni allergiche, potenzialmente anche in numeri significativi della popolazione, e andrebbero appunto, considerate con una certa cautela per queste fasce di popolazione”. A gennaio 2021, l’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha dato il primo parere favorevole per l’immissione sul mercato di un insetto, la larva Tenebrio molitor, un procedimento esteso ad altri insetti, “per esempio, a partire dal 24 gennaio 2023, è stata autorizzata una società vietnamita a immettere sul mercato europeo il nuovo alimento a base di polvere di grillo domestico, o farina di grillo” afferma la consigliera.
Giulia Gibertoni ricorda come in Italia ci siano quattro schemi di decreti per i quali “la presenza di queste farine negli alimenti dovrà essere sempre segnalata in etichetta o sulla confezione, in qualsiasi percentuale sia presente nell’alimento, come previsto per qualunque prodotto allergenico; inoltre, si prevede un’etichettatura precisa sulla provenienza del prodotto, sui quantitativi di farine di insetti presenti e sugli allergeni, oltre che scomparti ben identificabili e scaffalature dedicate nei punti vendita”.
(Gianfranco Salvatori)