Infrastrutture e trasporti

Evangelisti (Fdi): per un dirigente della Città metropolitana di Bologna asfaltare le strade è un invito a correre

“La dichiarazione sulle buche del direttore del Settore strade della Città metropolitana di Bologna capoluogo è fuori luogo e poco professionale. Una buca sull’asfalto è un pericolo, che può essere anche mortale”

La Regione spieghi “quale giudizio politico dia delle dichiarazioni del dirigente del Settore strade, sicurezza e ciclovie della Città metropolitana di Bologna”, che ha lasciato intendere, secondo quanto apparso sulla stampa, “che riasfaltare le buche nelle strade avrebbe come conseguenza il fatto che gli automobilisti ricomincerebbero a correre ancora di più”.

Marta Evangelisti, capogruppo di Fratelli d’Italia, in un’interrogazione chiede “come, a questo punto e stante le suddette dichiarazioni, si debbano interpretare le reali intenzioni della Città metropolitana in relazione alle tempistiche e agli investimenti per la riparazione dell’asfalto danneggiato sulle strade di competenza”. Inoltre, la consigliera vuole sapere come le dichiarazioni possano coniugarsi “con i principi e le finalità espresse dai piani PRIT e PUMS”. Infine, Evangelisti si rivolge alla Regione chiedendo se intenda richiamare la Città metropolitana e i suoi dirigenti “e assumere eventuali e conseguenti iniziative, auspicando in ogni caso l’uso di un linguaggio istituzionale e privo di ironia soprattutto su temi tanto delicati”.

Il dirigente aveva detto che “ci sono strade quasi a prova di fuoristrada, giustamente le persone si lamentano, noi le riasfaltiamo e diventano autostrade”.

La capogruppo conclude che “l’interpretazione immediata, infatti, che si dà di tali dichiarazioni è che la riparazione dell’asfalto passi in secondo piano perché riparare una buca porta, come conseguenza, l’aumento della velocità sulle strade. Il tutto senza invece tener conto che la buca può rappresentare un pericolo, anche potenzialmente mortale, per un automobilista; ironizzare su tali situazioni, a parere dell’interrogante, appare del tutto fuori luogo e poco professionale”.

(Gianfranco Salvatori)

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