Troppi autisti lasciano le aziende di Trasporto pubblico locale, la giunta inverta la tendenza e agisca “sull’aumento stipendiale e sui carichi di lavoro”.
E’ una delle richieste alla Regione contenute nell’interrogazione della consigliera Giulia Gibertoni (Gruppo Misto). La capogruppo del Misto vuole sapere “quale sia stato l’andamento, negli ultimi 24 mesi disponibili, dell’esodo degli autisti dalle aziende di Trasporto Pubblico Locale (Tpl) regionale, in particolare per SETA ed i suoi tre bacini di gestione”. L’esodo ha lasciato posti scoperti, in particolare a Seta, scriva la consigliera che chiede su queste carenze “siano state colmate e in quale misura e tempi”. Infine, si chiede per frenare l’esodo di autisti dalle aziende del Tpl la giunta non ritenga necessario “agire sull’aumento stipendiale e sui carichi di lavoro”.
Gibertoni scrive che, secondo i dati fino al novembre 2022, “il 30% degli autisti abbandona il proprio posto di lavoro entro i primi sei mesi”. Tra le cause dell’esodo ci sono lo sviluppo della logistica anche se “rimangono cruciali gli stipendi bassi e i turni pesantissimi, aggravati dalla notevole responsabilità nei confronti dei passeggeri e dalla circostanza che se si commettono determinate infrazioni, se si fa un incidente, per esempio, in cui la patente viene ritirata, si rischia la sospensione contemporanea dalla guida e dallo stipendio, inoltre, bisognerà spendere soldi per la tutela legale nella successiva vertenza” afferma la consigliera. E non ha giovato a questa situazione nemmeno un contratto di secondo livello stipulato da Seta e l’annuncio di nuove assunzioni a maggio e giugno.
Un sindacalista reggiano, continua Gibertoni, ha detto che “siamo talmente sotto organico che non sempre si riescono a coprire tutte le corse con gli straordinari, così si dà la colpa a un “guasto” e non si fa passare l’autobus”. Così molti autisti emigrano a Iren, dove lo stipendio è più alto e i turni sono migliori (i sindacati hanno parlato di turni di 12-13 ore).
(Gianfranco Salvatori)