In un’interpellanza Michele Facci (Lega) chiede alla giunta regionale “quale sia il giudizio che esprime a seguito del rilievo della Sezione di controllo della Corte dei conti, relativo all’andamento economico-finanziario della società partecipata Bologna Fiere, e quali azioni intenda adottare a garanzia dell’integrità della propria partecipazione”.
A rispondere al consigliere è stato Paolo Calvano, assessore al Bilancio.
“Le perdite 2022 e 2023 in totale ammontano a 49 milioni. Inoltre, esiste un prestito obbligazionario convertibile che, se la perdita sarà mantenuta, potrebbe portare i sottoscrittori a chiedere il rimborso”.
Calvano ha spiegato che “il periodo negativo è dovuto all’emergenza Covid, perché nel bilancio a fine 2020 si parla di attività sospesa, nel 2021 di sospensione di fiere e convegni. E in chiusura del bilancio 2022 è citata l’impossibilità di realizzare un evento in Cina con conseguenze economiche. Perdite sono dovute a fattori esterni, non all’incapacità degli amministratori, e al cambiamento del contesto economico globale. Già il fatturato 2023 si preannuncia da record con un recupero rispetto al passato. Gli organi di controllo della società non parlano di attività imprudenti né che sia venuta meno la continuità aziendale. La Regione ritiene che gli amministratori abbiano adottato un piano industriale che farà rientrare il debito”.
Sul prestito obbligazionario convertibile, Calvano ha affermato che “lo scenario della mancata conversione ha uno strumento di tutela in una clausola che prevede il diritto di conversione in capo a BolognaFiere. La società lavora alla quotazione azionaria e ai soci sarà presto presentata la bozza per la quotazione. Alla Corte conti è stata anche spiegata la dismissione di asset non strategici per 12 milioni e il programma di rimodulazione rimborso del debito fino a 30 milioni”.
Facci si è detto “non soddisfatto. La mia interpellanza viene dopo il responso della Corte dei conti. Non ci serve la giustificazione, perché l’elemento di rilievo è che a fronte dei dati Corte dei conti ho chiesto cosa farà la Regione per tutelare la propria partecipazione. Non c’è stata risposta”.
Nell’atto si rileva che la Regione Emilia-Romagna possiede una partecipazione azionaria nella società Bologna Fiere del 9,44 per cento (pari a 14.844.537 azioni). “Come rilevato dalla Corte dei conti – spiega il consigliere – in sede di giudizio di parificazione del rendiconto 2022 della Regione Emilia-Romagna, l’andamento reddituale di Bologna Fiere spa, per l’esercizio 2022, ha registrato una perdita pari a 14.179.560 di euro e, a livello di gruppo, un risultato negativo per 5.342.657 di euro”. Inoltre, prosegue, “dal documento contabile si evince che a livello di bilancio separato (Bologna Fiere) l’organismo societario ha portato a nuove, rispetto agli anni scorsi, perdite per 35.202.048 di euro”.
La Corte dei conti, rimarca poi Facci, “ha quindi invitato l’amministrazione regionale ‘a monitorare costantemente la situazione aziendale anche per valutare possibili azioni di salvaguardia al fine di assicurare – intanto – l’integrità della partecipazione pubblica”. “Ha anche spiegato – conclude il leghista – come a termine prestito (per come è congegnata l’operazione) ‘si possa chiedere il rimborso in luogo della conversione (qualora l’investitore medesimo dubitasse sulla solidità del progetto aziendale e sulla attendibilità delle proiezioni di redditività essendo generalmente il lucro l’elemento motivante degli investimenti nel settore privato): con questa ipotesi la società si troverebbe a rimborsare 25.000.000 di euro (l’importo del prestito) a titolo di capitale, trovandosi di conseguenza in una situazione di aumento di esposizione finanziaria da indebitamento”. Il consigliere ricorda che nell’atto, “la Corte dei conti ha espresso ‘motivate perplessità sulla situazione finanziaria della società’”.
(Gianfranco Salvatori)