Parità, diritti e partecipazione

Amico (ER Coraggiosa): chiarire come la Regione sarà coinvolta nel potenziamento dei Cpr

Il consigliere chiede di illustrare gli esiti dell’incontro con il ministro Piantedosi in tema di immigrazione. L’assessore Taruffi: “Chiesto un tavolo al ministro in cui chiederemo equa distribuzione sul territorio nazionale”

La giunta riferisca quali sono gli esiti del confronto con il ministro dell’Interno Piantedosi in tema di immigrazione e in quali forme la Regione sarà coinvolta nella decisione del governo di incrementare i Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr). È l’oggetto di un’interrogazione a risposta immediata in Aula di Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa) che chiede inoltre quali azioni intende intenda assumere la Regione nel caso in cui il piano del governo individui aree interessate alla realizzazione di nuovi Cpr in Emilia-Romagna.

“Con il cosiddetto ‘decreto Cutro’ -ha ricordato il consigliere- il parlamento ha stabilito il potenziamento dei Cpr per contrastare l’immigrazione irregolare. Questi centri non sono strutture di accoglienza, ma luoghi di trattenimento del cittadino straniero in attesa di esecuzione di provvedimenti di espulsione in seguito a un ordine di rimpatrio, trattenimento che si configura come una detenzione, sebbene il Codice penale italiano non preveda la pena della reclusione per il reato di soggiorno irregolare sul territorio nazionale. A oggi, risultano attivi nove centri di permanenza per i rimpatri (Milano, Roma, Gradisca d’Isonzo, Palazzo San Gervasio, Macomer, Brindisi-Restinco, Bari-Palese, Trapani-Milo, Caltanissetta-Pian del Lago) con una capienza teorica complessiva di circa 960 posti”. Da qui l’atto ispettivo per chiedere quali azioni interesseranno l’Emilia-Romagna.

Ha risposto l’assessore al Welfare Igor Taruffi: “Partiamo dai numeri: nel 2021 gli sbarchi furono in tutto 44.702, nel 2022 69.806, mentre ad oggi risultano oltre 133mila. L’aumento è stato esponenziale al di là degli slogan della campagna elettorale. I porti non si chiudono ma bisogna gestire un’ondata di sbarchi molto significativa. In Emilia-Romagna ospitiamo 13mila persone e siamo tra le Regioni che, in base al rapporto tra migranti e abitanti, diamo il contributo maggiore. Abbiamo chiesto al ministro un incontro con i prefetti e i sindaci previsto per domani, in cui chiederemo l’istituzione di un tavolo permanente Stato-Regioni, equa distruzione sul territorio nazionale, coinvolgimento dei Comuni per la gestione dei minori. Per noi i Cpr non sono la soluzione”.

Il consigliere si è detto soddisfatto: “Fa piacere sapere che il ministro abbia giudicato positivo creare un tavolo di confronto per gestire l’accoglienza. Per esperienza abbiamo visto che i Cpr hanno funzionato poco e male: sono poco meno di 3mila i rimpatri effettuati delle persone arrivate e trattenute in queste strutture”.

(Lucia Paci)

Parità, diritti e partecipazione