“Il taglio dei fondi al Sacrario di Marzabotto, si configura non solo come una lesione economica, ma anche come una grave negligenza morale e culturale: la giunta solleciti con urgenza il governo affinché ripristini il finanziamento nella sua interezza, garantendo la conservazione, la valorizzazione e la fruizione del Sacrario e, per quanto di propria competenza, continuando a promuovere iniziative culturali e educative volte a sensibilizzare la popolazione regionale sull’importanza della memoria storica e sulla conservazione di luoghi simbolo come il Sacrario di Marzabotto”.
A chiederlo, in un’interrogazione, è Stefano Caliandro (Pd), che sottolinea come “il Sacrario di Marzabotto non è solamente un luogo di sepoltura, ma rappresenta una parte fondamentale del patrimonio storico e culturale italiano, che testimonia uno dei momenti più bui e significativi della nostra storia contemporanea”.
“Ringrazio il presidente Caliandro per aver portato all’attenzione di questa Assemblea un fatto che ha colpito la popolazione italiana, Marzabotto è un luogo simbolo della nostra storia e non è un caso che la Regione partecipi con propri fondi alla cura del Sacrario di Marzabotto e all’attività della Scuola di Pace di Monte Sole. Abbiamo ascoltato con preoccupazione la denuncia della sindaca di Marzabotto e preso atto delle rassicurazioni del ministro della Difesa Crosetto”, spiega il Sottosegretario alla Presidenza della giunta Davide Baruffi per il quale “la Regione rafforzerà il proprio impegno sui temi della memoria”.
Parole alla luce delle quali Caliandro si dice soddisfatto perché “l’impegno della Regione è positivo. Resta però lo sconcerto politico per il comportamento del governo che nei fatti sconfessa se stesso. Faccio parte, prima come rappresentante della Provincia di Bologna, ora da due mandati come rappresentante della Regione, del comitato di indirizzo della Scuola di Pace di Monte Sole e confermo il grande impegno che si fa per far conoscere la memoria della nostra storia, partendo dalla tragedia di Marzabotto”.
(Luca Molinari)