Stop al taglio dei nostri boschi per creare una filiera italiana delle biomasse legnose da bruciare a fini energetici. A tal fine, occorre evitare di utilizzare le possibilità aperte dalla norma, introdotta nella legge di conversione del decreto Asset, che modifica il Codice dei beni culturali e del paesaggio cancellando totalmente la tutela paesaggistica dei boschi nei confronti dei tagli boschivi. Lo chiede con un’interrogazione Giulia Gibertoni (Gruppo Misto).
“Dopo l’introduzione di questa norma -ha precisato la consigliera- le Regioni resteranno, di fatto, gli unici soggetti politici a decidere sulla sorte dei boschi italiani, un patrimonio di assoluto valore poiché sono parte integrante e caratterizzante del paesaggio. I principali beneficiari di tale modifica normativa saranno la filiera della legna da ardere e del pellet. Infatti, si vogliono tagliare più alberi in Italia per evitare l’importazione di pellet e biomassa legnosa da altri Paesi, senza però intervenire sulle ragioni per cui nel nostro Paese si bruci tanta legna: i consistenti incentivi che negli anni sono stati accordati agli impianti che utilizzano biomasse legnose e pellet e che ci hanno resi il maggior consumatore di questo materiale in tutta Europa, con 3-4 milioni di tonnellate all’anno di pellet bruciato, e che per il 90% circa è importato”.
“È un controsenso costoso sia economicamente che ambientalmente -ha concluso Gibertoni- combattere i cambiamenti climatici tagliando alberi per bruciarli, per di più sovvenzionando, di fatto, la distruzione di boschi e foreste a causa della richiesta di materia prima a fini energetici”.
(Lucia Paci)