COMUNICATO
Ambiente e territorio

Caccia. Gibertoni (Misto): “Modificare il calendario venatorio dopo la sentenza del Tar”

La consigliera ricorda come, per i giudici amministrativi dell’Emilia-Romagna, “il documento regionale vada cambiato per tutelare i periodi di nidificazione e riproduzione degli animali”

La giunta adegui “al più presto e in maniera completa, il calendario venatorio regionale per la stagione 2023/2024 a quanto stabilito dal tribunale amministrativo regionale (Tar) nella sua ordinanza dello scorso settembre. A sollecitare la giunta è Giulia Gibertoni (gruppo Misto) la quale chiede la modifica “anche del calendario venatorio tascabile pubblicato sul portale regionale, “che già dovrebbe riportare quanto ordinato dal TAR per l’Emilia-Romagna”. Per il futuro, inoltre, la capogruppo auspica si eviti “quanto già fatto puntualmente e pervicacemente ogni anno, cioè di dover attendere le pronunce giurisprudenziali, o i richiami da parte di altre autorità ed enti, che potranno arrivare a posteriori e quindi, di fatto, producendo un danno alla fauna selvatica, cioè a un bene indisponibile dello Stato, mentre compito della Regione, anche in questa materia, dovrebbe essere adeguare le proprie scelte ai principi stabiliti dalle leggi vigenti e dalla giurisprudenza in materia”.

Il Tribunale amministrativo regionale, ricorda ancora la consigliera, con la sua ordinanza “ha imposto l’apertura della caccia programmata a tutte le specie di uccelli e di piccola selvaggina al 1° ottobre 2023 e la chiusura della stessa secondo quanto previsto nel parere ISPRA, nonché la limitazione a una sola giornata aggiuntiva di caccia nei mesi di ottobre e novembre 2023”. Con tale decisione – sottolinea ancora Gibertoni – si “rappresentava, ancora una volta, una sottolineatura circa la necessità di seguire, in questa materia, le indicazioni dell’ISPRA, che, pur non vincolanti, possono essere disattese solo in presenza di elementi di eguale livello scientifico, e circa la necessità a ottemperare al principio di precauzione. Ispra si pronuncia sulla base dei dati, ritenuti sostanzialmente vincolanti a livello europeo, e ha sempre sconsigliato l’estensione temporale dei calendari venatori in ragione delle caratteristiche biologico-riproduttive delle varie specie, ritenendo essenziale la protezione degli animali nelle fasi più delicate della loro vita, ossia i periodi di nidificazione (agosto-settembre) e di ritorno dei migratori dai luoghi di riproduzione (febbraio-marzo)”.

La capogruppo conclude infine il suo atto ispettivo affermando che “assistiamo ormai da anni, da parte della Regione Emilia-Romagna, al sistematico ricorso ad aperture anticipate e chiusure posticipate della stagione venatoria, così come all’individuazione di giornate supplementari di caccia del tutto slegate dall’esigenza di tutela delle specie che finiscono per configurarsi in mere concessioni al mondo venatorio. Si assiste, infine, al ritardo con cui la Regione tarda a recepire l’Ordinanza, comportamento che, facendo balenare l’idea di un ricorso, mostra ancora una volta la pervicace e strenua difesa delle ragioni dei cacciatori”.

In fase di risposta l’assessore con delega a Caccia e pesca Alessio Mammi ha chiarito che “la Regione ha informato in maniera puntuale tutti gli interessati dei contenuti del calendario venatorio a partire dallo scorso maggio, rimarcando sempre come questo documento fosse assolutamente uguale a quello del 2022. La giunta è fermamente convinta di avere la piena titolarità di operare definendo le tempistiche del calendario venatorio e ritiene che il Tar non possa impedire o limitare tale potestà, soprattutto quando la sospensiva è arrivata senza alcun contraddittorio in via cautelare”.

Mammi ha poi ricordato come la legge nazionale imponga di acquisire obbligatoriamente il parere di ISPRA ma che tale pronunciamento non sia assolutamente vincolante. “L’organismo del ministero dell’Ambiente -specifica ancora Mammi- non può poi essere preso ad esempio sui calendari venatori e dimenticato sui piani di controllo alla pari delle indicazioni fornite sul prelievo di moriglione e pavoncella. Non volendo comunque sottrarci al confronto abbiamo chiesto al Consiglio di Stato di anticipare il giudizio del Tar regionale che avverrà entro il prossimo 31 dicembre rispetto al marzo stabilito in un primo pronunciamento”.

Nella sua replica, Gibertoni si è dichiarata insoddisfatta e ha rimarcato come “la giunta sprechi tempo ed energie per andare incontro alle istanze di una parte molto esigua della popolazione, i cacciatori, che non sarà mai soddisfatta. Meglio sarebbe investire tempo e denaro per promuovere e sostenere l’utilizzo di giochi virtuali altamente verosimili che però non contemplano la pratica di togliere la vita a un altro essere vivente”.

(Luca Boccaletti)

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