“Su 3.500 detenuti nelle carceri dell’Emilia-Romagna (di cui 2.600 con condanne definitive), circa 900 vengono occupati alle dipendenze dell’amministrazione penitenziaria nei cosiddetti lavori domestici: aiuto cuoco, pulizie, manutenzioni, gestione della spesa, etc.. Decisamente minoritaria invece, circa centocinquanta persone, la quota di chi opera all’interno della struttura ma alle dipendenze di aziende esterne in mansioni quali falegnameria, lavanderia, produzione di pasta fresca, sartoria, coltivazioni agricole, etc. Un ulteriore centinaio, infine, ha la possibilità di accedere al lavoro esterno”. Questa la fotografia della situazione lavoratori dei detenuti nelle carceri della regione tracciata da Roberto Cavalieri, garante regionale dei detenuti, nella conferenza stampa tenuta in Assemblea legislativa.
“Per quanto riguarda le donne – ha rimarcato il garante – i progetti lavorativi sono praticamente inesistenti, così come i percorsi di inserimento lavorativo per le persone disabili. Questi dati sono preoccupanti e chiamano a intervenire tutti i soggetti preposti, dato che rappresentano una palese disapplicazione delle norme vigenti secondo le quali tutti i detenuti dovrebbero lavorare”.
Federico Amico, presidente della commissione Parità e diritti, è intervenuto sull’importanza del lavoro collegata al reinserimento sociale del detenuto: “Il lavoro in carcere svolge un ruolo fondamentale che ha la funzione di promuovere la reintegrazione sociale, combattere la recidiva, acquisire competenze e aumentare la fiducia nelle proprie capacità. Obiettivi importanti per cambiare stile di vita dopo la detenzione. Moltiplicare i ponti tra il dentro e il fuori, con il coinvolgimento di tutti gli attori coinvolti, a partire dalle associazioni, è la strada principale da perseguire. Il terzo settore, per sua natura e per le competenze maturate, è il soggetto privilegiato per attuare, insieme alle istituzioni, percorsi di solidarietà e benessere, sia per quanto riguarda i processi di prevenzione sia per la reintegrazione”.
L’incontro con i giornalisti è stato l’occasione per presentare la giornata dedicata al tema del lavoro in carcere in programma venerdì 1° dicembre a Reggio Emilia, dalle 9.30 alle 18, nei chiostri di san Pietro in via Emilia san Pietro al civico 44/C. La giornata è pensata per approfondire la dimensione del lavoro penitenziario nei dieci istituti dell’Emilia-Romagna, con un focus sul ruolo delle istituzioni del territorio e del mondo delle imprese.
Numerosi i relatori presenti all’evento reggiano (programma del convegno “Carcere e lavoro: opportunità, realtà e doveri costituzionali. Lo stato dell’arte in Emilia-Romagna”), dal garante regionale dei detenuti, Roberto Cavalieri, al presidente della Cassa delle ammende, Gherardo Colombo, all’assessore comunale al Welfare di Reggio, Daniele Marchi, a Federico Alessandro Amico, presidente della commissione Parità della Regione Emilia-Romagna, fino a Federico Bertani, dell’ordine degli avvocati di Reggio Emilia. Interverranno, fra gli altri, la consigliera per la parità e contro le discriminazioni di genere, Roberta Mori, la presidente del tribunale sorveglianza di Bologna, Maria Letizia Venturini, la provveditrice dell’amministrazione penitenziaria per l’Emilia-Romagna e le Marche, Gloria Manzelli, la rappresentante del ministero della Giustizia Felice Di Girolamo, il vicepresidente di Confindustria Emilia-Romagna Gianluca Rusconi, e Marco Bonfiglioli dell’amministrazione penitenziaria regionale. Presenti poi i vertici di diversi istituti penitenziari della regione, così come molti rappresentanti di aziende che operano in carcere.
Sempre in tema di carcere e lavoro viene presentato in anteprima a Reggio il libro “Repertorio d’immagini degli spazi trattamentali delle carceri in Emilia-Romagna”, un progetto del garante regionale dei detenuti con la collaborazione del fotografo Francesco Cocco.
(Cristian Casali)