COMUNICATO
Sanità e welfare

Sanità Bologna. Facci (Lega): “Vergato, personale medico non coinvolto nella gestione del pronto soccorso”

“Secondo l’Ausl il personale era carente, ma il sindacato Snami aveva negato la mancanza di medici e infermieri”. L’assessore Donini: “La carenza di personale è nazionale. Al Cau di Vergato 370 accessi in 20 giorni. Nel 2023 ne nasceranno 20 in regione che diventeranno 50 nel 2024. Presto ne apriremo uno al Navile e uno a Casalecchio”

La Lega con un’interrogazione a firma di Michele Facci (primo firmatario) e Daniele Marchetti chiede di conoscere la situazione del pronto soccorso di Vergato, dopo le recenti dichiarazioni del sindacato dei medici Snami di Bologna, che ha contestato la scelta della Ausl di non coinvolgere il personale medico nella gestione dei pronto soccorso. “Personale – ha evidenziato Facci – che sarebbe invece disponibile a garantire l’attività, e che non verrebbe coinvolto per motivazioni allo stato ignote”.

In commissione Politiche per la salute, presieduta da Giulia Soncini, la replica è arrivata dall’assessore Raffaele Donini (Politiche per la salute). “Le preoccupazioni dell’epoca – ha affermato l’assessore – sono ancora attuali. L’attivazione dei Cau (Centri assistenza e urgenza) merita un monitoraggio costante. Sulla carenza di personale di emergenza-urgenza, il dato è nazionale e strutturale. A Vergato, l’attivazione del Cau – aperto 24 ore, invece di 12 – ha fatto registrare 370 accessi in 20 giorni. Tutti i casi sono di bassa criticità. I Cau non sono un’alternativa al pronto soccorso né al medico di medicina generale. I Cau sono un servizio in più. Ne apriremo 20 in regione entro il 2023 e 50 entro il 2024. L’organizzazione è flessibile e più ci sarà domanda più aumenterà il personale. Presto nascerà un Cau al Navile e uno a Casalecchio. I tempi di intervento, poi, sono brevi: in meno di due ore c’è la presa in carico, è possibile svolgere alcuni esami e poi dimettere il paziente. Per coloro a cui serve una maggiore valutazione, c’è la possibilità della presa in carico negli ospedali”.

Facci ha replicato che “il problema riguarda sempre il personale. Quello di montagna o di periferia va incentivato. E gli incentivi devono venire dalla Regione”.

“Occorre accertare – ha sottolineato il consigliere nell’interrogazione – se quanto denunciato pubblicamente dal sindacato Snami corrisponda a verità e, nello specifico, se vi sia effettivamente stata la disponibilità di personale medico per l’attività del pronto soccorso di Vergato, tuttora penalizzata dall’avvenuta riduzione del servizio a 12 ore, rispetto alle 24 originarie”. Facci ha chiesto, infine, “quali sono le intenzioni della giunta regionale riguardo all’attività futura del pronto soccorso di Vergato, anche alla luce della recentissima attività di ristrutturazione che ha interessato la struttura e delle relative risorse economiche impiegate, e come pensa di potere delegare l’attività di emergenza-urgenza ai medici di base, invece che ai pronto soccorso, in un territorio, quale quello montano, in cui la carenza degli stessi medici di base sta diventando cronica e preoccupante”.

(Gianfranco Salvatori)

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