“Sollecitare i soggetti decisori affinché provvedano all’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza con l’inserimento dell’implantologia protesica peniena e dell’implantologia sfinterica urinaria nelle attività, servizi e prestazioni assicurati dal servizio sanitario nazionale, onde possa essere ripristinato e garantito ai pazienti uomini candidati all’impianto – con particolare riferimento ai pazienti oncologici – il diritto a un accesso equo, paritario e omogeneo alle cure e all’assistenza territoriale”.
Questo il dispositivo dell’atto di indirizzo a prima firma Gabriele Delmonte (Lega) e sottoscritto anche dai colleghi di gruppo Fabio Bergamini, Valentina Stragliati, Maura Catellani e Daniele Marchetti a cui si è aggiunto anche Simone Pelloni (Rete Civica).
Delmonte, nel presentare il documento di indirizzo, ha ricordato come “la disfunzione erettile sia una problematica che interessa il 13% degli uomini e l’incidenza è proporzionale alle fasce di età o per pazienti fumatori o diabetici”. Particolarmente interessati sono poi coloro che subiscono interventi di prostatectomia radicale per il trattamento del carcinoma della prostata: complicanze frequenti per questo tipo di intervento sono l’incontinenza urinaria e, appunto la disfunzione erettile.
A fronte di una situazione per cui, come sottolineato dal presidente della Società italiana di andrologia Alessandro Palmieri, “solamente il 10% degli italiani che necessitano di una protesi peniena riesce a farsi operare in una struttura pubblica, con liste di attesa che possono superare i 2 anni mentre il restante 90% per tornare a una normale attività sessuale deve affidarsi al privato non convenzionato”, Delmonte sottolinea come “il SSN oggi dispensi i farmaci per ripristinare l’erezione ai pazienti sottoposti a chirurgia pelvica e facendo ciò determina una disparità di trattamento, in quanto lo Stato garantisce un trattamento efficace gratuitamente a coloro che hanno un problema lieve (cioè curabile con i soli farmaci), e non considera coloro che hanno un problema grave (cioè chi non risponde al trattamento farmacologico)”.
“È quindi molto importante -conclude il leghista- che anche su questo tema si attui il medesimo giusto approccio tenuto per le protesi mammarie femminili, per garantire risposte che tengano in considerazione sia l’aspetto medico che quello psicologico”.
Francesca Maletti (Pd) ha convenuto su quanto “la disfunzione erettile e l’incontinenza affligga un numero consistente di uomini e l’approccio di questa risoluzione sia assolutamente condivisibile, in quanto si chiede di modificare il livelli essenziali di assistenza che sono di stretta competenza governativa”.
A favore della risoluzione hanno votato Pd, Lista Bonaccini, ER Coraggiosa, Italia Viva, Lega e Rete Civica.
(Luca Boccaletti)