La Regione dica se intende mantenere l’impegno di garantire la gratuità degli asili nido nei comuni montani e nelle aree interne, dato che viene richiesto il reddito Isee.
La richiesta, al question time, è di Matteo Rancan, capogruppo della Lega. L’interrogazione è stata firmata anche da Fabio Rainieri ed Emiliano Occhi. La risposta è arrivata dall’assessore Igor Taruffi (Welfare, Politiche giovanili, Montagna e aree interne).
Rancan vuole sapere anche fino a quando i nidi saranno gratuiti “a tutta l’utenza residente in montagna, indipendentemente da altre condizioni, quale misura atta a favorire la permanenza delle famiglie contrastando lo spopolamento in detti territori e offrendo ristoro per le rette eventualmente già versate prima dell’entrata in vigore della delibera dell’ottobre 2023. Il capogruppo ricorda che Taruffi aveva annunciato, in settembre, la gratuità dei nidi e lo stanziamento di 70 milioni di euro per ridurre le liste di attesa. La delibera di ottobre “ha inserito, invece, un criterio reddituale non annunciato in precedenza cioè che per ottenere l’esenzione nei comuni montani e nelle aree interne è necessario avere un Isee familiare che non superi i quarantamila annui. Inoltre, chi ha pagato le rate degli asili nido dei mesi di settembre e ottobre non sa se verrà o meno rimborsato”.
L’assessore Taruffi ha risposto che “la Regione investe 70 milioni, esiste una quota nazionale ma è parziale, per abbattere le rette, aumentare i posti nido e quindi ridurre le liste di attesa. Finora sono stati inseriti 2.300 bimbi e bimbe. Nelle aree interne abbiamo assunto la decisione di destinare parte dei fondi europei Fsc a questa misura, per cui si è inserito un Isee molto alto. Ai sindaci, però, sono stati trasferiti finanziamenti per coprire il costo del servizio a carico degli utenti. Le risorse consentono ai Comuni, che mettono una quota, di garantire la gratuità completa, da Piacenza a Rimini”.
Rancan ha replicato: “Quindi i Comuni mettono dei soldi. E le famiglie che dicono di dover pagare? Vi invito a sentire i sindaci che sono a loro volta contattati dalle famiglie che chiedono perché debbano pagare la retta. Sull’introduzione dell’Isee non ho avuto risposta. La giunta faccia chiarezza”. Una misura “accolta con favore” da chi ha deciso di vivere investire nella montagna e si erano registrate molte iscrizioni: “Ora, invece, molti bambini non possono contare sull’aiuto regionale”. Inoltre, prosegue Rancan, “il provvedimento terminerà il 30 giugno 2024 e vi è incertezza sul proseguimento della manovra. Sempre a settembre, l’assessore Taruffi “dichiarò che l’intento era quello di confermare il provvedimento sulle zone svantaggiate fino alla fine della legislatura, ma il rischio è che, anche in questo caso, si tratti soltanto di una mossa elettorale e che la realtà risulti poi diversa da quanto annunciato”.
(Gianfranco Salvatori)