La Regione chieda una sentenza di merito, con un’udienza fissata entro il 31 dicembre, al Tar sul calendario venatorio. Al question time, il consigliere Massimiliano Pompignoli (Lega) torna sulla complessa vicenda giudiziaria del calendario venatorio. In sintesi, la Lac (Lega abolizione caccia), dopo l’approvazione del calendario nel maggio 2023, era ricorsa al Tar (Tribunale amministrativo regionale). I giudici amministrativi, con un’ordinanza, non hanno sospeso tutto il calendario, ma hanno deciso di posticipare al 1° ottobre e anticipato al 31 dicembre “la caccia di alcune specie migratorie fissando l’udienza di merito al prossimo marzo 2024″. Contro l’ordinanza, è arrivato il ricorso della Regione al Consiglio di Stato, che ha accolto il ricorso imponendo al Tar di fissare un’udienza di merito entro il 31 dicembre. Negli ultimi giorni, continua il consigliere, l’assessore all’Agricoltura, Alessio Mammi, ha fatto sapere di aver presentato tre istanze per anticipare l’udienza di merito. Il Consiglio di Stato ha così accolto l’istanza “ai soli fini della sollecita fissazione dell’udienza di merito in primo grado dinanzi al Tar sollecitando – e non ordinando – la data dell’udienza” entro la fine di dicembre. Ad oggi, però, “il Tar non si è ancora pronunciato” né ha fissato l’udienza. Pompignoli ha chiesto alla giunta che cosa intenda fare.
L’interrogazione è stata sottoscritta anche dai consiglieri leghisti Fabio Rainieri, Andrea Liverani, Emiliano Occhi, Stefano Bargi, Matteo Rancan, Gabriele Delmonte e Matteo Montevecchi.
A rispondere è stato l’assessore all’Agricoltura Alessio Mammi. Il titolare dell’Agricoltura ha ricordato cosa è stato fatto nei mesi scorsi: “Sono stato sorpreso dall’ordinanza del Tar che ha sospeso il calendario in alcune parti. La Regione ha sempre l’intenzione di ottenere una decisione in tempi utili. Abbiamo chiesto più volte l’istanza di richiesta di anticipazione della sentenza. A cui si aggiunge anche un ricorso al Consiglio di Stato che, nel 2023, indica al Tar di fissare l’udienza. la Regione ha pieno diritto di scegliere. E’ sbagliato impedire o limitare la capacità normativa della Regione. Nei prossimi giorni ho convocato un incontro con associazioni venatorie, prima di assumere qualsiasi decisione. L’ordinanza del Tar penalizza ingiustamente l’attività dei cacciatori, che contribuiscono al mantenimento dell’ecosistema e alla riduzione dei danni causati dagli animali selvatici. Per i cacciatori, è prevista anche una riduzione della tassa, in relazione alle giornate perse”. In base alle mosse giudiziarie, e ai tempi tecnici previsti dalle leggi, una sentenza dovrebbe essere emessa nel marzo 2024.
Il consigliere ha replicato: “Le parole dell’assessore confortano. Sono soddisfatto perché la Regione vuole entrare nel merito”. Di fatto, ha spiegato Pompignoli, per il secondo anno consecutivo “il calendario venatorio e soprattutto il periodo di caccia viene stabilito da Ispra e dai giudici del Tar, limitando fortemente e in maniera arbitraria il potere della Regione di legiferare in materia di attività venatoria”. Se non ci sarà l’udienza, si corre il rischio che “per le specie oggetto di impugnazione la caccia si chiuda anticipatamente, in totale spregio ai cacciatori che non soltanto esercitano un’attività prevista per legge ma che agiscono in difesa dell’equilibrio dell’intero ecosistema”. A questo si aggiunge il fatto che la Lac rinuncerà al ricorso, vincendo, con la conseguenza “che non si riesca ad entrare nel merito della vicenda”. La Regione, conclude Pompignoli potrebbe opporsi alla rinuncia “pretendendo di ottenere una sentenza di merito”.
(Gianfranco Salvatori)