“Una profonda revisione normativa della legge urbanistica regionale, per fermare un consumo di suolo finora inarrestabile, in particolare chiudendo, anche se ormai troppo tardi, tutte le porte e le scappatoie presenti nella legge urbanistica regionale e lasciate volutamente aperte dal legislatore regionale per favorire il consumo di suolo”.
E’ questa la sollecitazione politica che Giulia Gibertoni (gruppo Misto) avanza alla giunta regionale in materia di uso del territorio. La capogruppo, per sostenere la propria richiesta, prende ad esempio il caso di un’attività commerciale nel comune di Maranello, in provincia di Modena, con la richiesta di ampliamento per un’attività di ristorazione “attraverso il recupero del complesso denominato ‘Torre della Montina’ e sviluppo dell’area annessa ad uso alberghiero”.
Nel rimarcare come dal punto di vista idrogeologico l’area oggetto di intervento è sottoposta a tutela ambientale e vincolo idraulico, Gibertoni ricorda come lo stesso immobile oggetto dei lavori ricade entro il perimetro di parco o riserva naturale appartenente alla rete ‘Natura 2000’ e specifica che “il progetto sfrutta la deroga prevista dall’attuale legge urbanistica regionale che consente tali espansioni edilizie anche in lotti ‘circostanti‘ e per le ‘aree collocate in prossimità delle medesime attività’, espressioni volutamente ampie ed imprecise e introdotte nel testo dal legislatore regionale su sollecitazione delle associazioni imprenditoriali, proprio affinché si lasciasse la porta aperta a larghe interpretazioni, come appunto nel caso riportato. Circostanze, per altro, ampiamente previste già durante l’esame in commissione assembleare del progetto di legge regionale che avrebbe poi portato poi alla L.R. 24/2017″.
La capogruppo, nel ricordare che la nostra “è stata la quarta regione in Italia per consumo di suolo netto nel 2022 rispetto al 2021 con 635 ettari di suolo impiegati” e come non vi sia alcuna relazione tra i processi che portano al consumo di suolo e le dinamiche demografiche, sottolinea come la responsabilità per tale fenomeno è “dei settori produttivi e degli enti pubblici, regione e comuni, a basare, ancora oggi, lo sviluppo economico della nostra regione sul consumo dei suoli agricoli e naturali”.
In virtù della situazione riportata e dei numerosi casi analoghi registrati, Gibertoni sostanzia la richiesta politica avanzata all’esecutivo regionale e, in particolare, chiede se “l’interpretazione effettuata dal consiglio comunale di Maranello sia conforme allo spirito della legge regionale sulla tutela e l’uso del territorio che poneva tra i propri obiettivi lo stop al consumo di suolo”.
Ancora più nel dettaglio della vicenda del comune modenese, Giulia Gibertoni , rilevando come “nonostante da anni si prometta l’esatto contrario, cioè la cessazione del continuo consumo di suolo, sia sempre più diffusa la cementificazione del suolo agricolo anche in aree pregiate paesaggisticamente e tutelate da più ordini di vincoli” e chiede “come il proponente abbia dimostrato l’effettiva integrazione economico-produttiva e funzionale tra la parte in ampliamento e l’esistente, tale da rendere evidente che non si trattasse di una nuova e differente attività economica avviata dallo stesso operatore economico e come abbia dimostrato, soprattutto, che non sussistessero ragionevoli alternative localizzative che non determinassero consumo di suolo aggiuntivo, consistenti in interventi di riuso o di rigenerazione di tessuti urbani esistenti”.
(Luca Boccaletti)