COMUNICATO
Sanità e welfare

Sanità. L’Emilia-Romagna: nessun taglio al Pronto soccorso di Cento

Discussione in Commissione sanità dell’Assemblea legislativa sul futuro dell’Ospedale SS. Annunziata di Cento (Ferrara)

“Nessun depotenziamento del pronto soccorso dell’ospedale SS. Annunziata di Cento. Al contrario, la Regione Emilia-Romagna intende continuare a investire per potenziare il presidio, tanto che sono in costante aumento le prese in carico di pazienti: più di 20mila nel 2023. Al SS. Annunziata, invece, è sospesa l’attività del punto nascita, dato che per la riattivazione la normativa nazionale prevede almeno 500 nascite all’anno: nel 2022 sono state solo 193 (in costante diminuzione dal 2011). Sulla questione la Regione ha chiesto una deroga al governo”.

Questo, in sintesi, il contenuto della relazione della giunta regionale (esposta da un tecnico della Regione) approvata in commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Ottavia Soncini, in risposta alla petizione, sottoscritta da oltre 7mila cittadini, in cui si chiedeva il mantenimento dei servizi sanitari attivi nell’ospedale di Cento, a partire da pronto soccorso e punto nascita.

Sul tema è intervenuto anche il direttore sanitario dell’Asl di Ferrara, Emanuele Ciotti, che ha elencato i servizi attivi nella struttura, ribadendo che non sono in previsione depotenziamenti, ma, al contrario, nuovi investimenti per oltre 13 milioni di euro: “Un ospedale come quello di Cento con eccellenze di prim’ordine, a partire da radiologia per passare a cardiologia e ortopedia, non subirà alcun depotenziamento, tantomeno nell’attività di pronto soccorso”. Il direttore sanitario ha poi confermato la sospensione del servizio punto nascita: “Il tema è quello della sicurezza: può riaprire solo se vengono rispettati gli standard previsti dalla legge, salvo deroghe. Al momento è stata attivata una collaborazione con l’ospedale di Cona”.

“La questione punti nascita era al centro del programma elettorale di Bonaccini, ma a un anno dalla scadenza del mandato poco è stato fatto. Le periferie chiedono di conservare i servizi sanitari e le 7mila firme in calce alla petizione lo confermano”, commenta Marta Evangelisti (Fratelli d’Italia). La consigliera, sul punto nascita di Cento, evidenzia: “Bisogna attivare un percorso virtuoso, contemperando le esigenze di cittadini e professionisti, prevedendo anche incentivi. Se più di 7mila cittadini chiedono garanzie forse qualcosa non ha funzionato”.

“Sul punto nascita di Cento non c’è alcuna informazione. Rileviamo, invece, una costante migrazione del personale sanitario attivo a Cento, in molti anche verso il Veneto. Per questo chiediamo che ai centesi sia consentito di nascere nella propria città”, rimarca Fabio Bergamini (Lega).

Per Simone Pelloni (Rete civica) “il tema centrale è quello della carenza di personale. Temiamo ci saranno in futuro problemi anche per il pronto soccorso di Cento come accaduto per il punto nascita”. “Al contrario di quanto promesso dall’amministrazione regionale i punti nascita non sono stati riaperti. Con la chiusura di Mirandola e Cento si depaupera il territorio di servizi fondamentali”, conclude Pelloni.

Marcella Zappaterra (Partito democratico) rileva che “l’ospedale di Cento rappresenta un’eccellenza, per questo si continua ad investire sul presidio con l’obiettivo di potenziare i servizi”. Sulla questione pronto soccorso spiega che “non si è mai pensato di depotenziarlo”. La dem interviene poi sul tema punto nascita: abbiamo chiesto al Ministero la deroga senza avere ancora risposta, resta il problema del reperimento del personale che per essere risolto necessita di scelte strategiche a livello governativo che per ora non sono arrivate. il governo Meloni non considera la sanità una priorità e non investe adeguatamente ma non per questo la Regione intende depotenziare servizi nelle periferie”.

Poi la domanda di Valentina Castaldini (Forza Italia) alla maggioranza: “Se ci fosse l’impegno del governo a reperire il personale per Cento il punto nascita potrebbe continuare ad esistere?”. Per la consigliera “le richieste di questi 7mila cittadini non devono restare inascoltate, deve essere indicata una strada. La Regione Emilia-Romagna, in primis, deve dare risposte, riservando poi più attenzione alla comunicazione. C’è stata poca chiarezza”.

“Il problema è la mancanza di personale causato da un’errata programmazione. C’è poi, in parallelo, il tema della scelta della donna su dove partorire. Occorre lavorare per la sicurezza delle partorienti. La nostra proposta, formulata anche la scorsa legislatura, è fare girare le equipe di professionisti per non lasciare scoperti i territori periferici”, sottolinea poi Silvia Piccinini (Movimento 5 stelle).

“La sanità per la Regione Emilia-Romagna è una priorità in tutti i territori. Per questo continueremo a investire su Cento”, evidenzia Marilena Pillati (Pd). Prosegue sul punto nascita: “I numeri sono chiari: il punto nascita se riapre deve garantire la sicurezza delle madri e dei nascituri. C’è la volontà politica di ripartire ma c’è anche una questione tecnica che ha portato l’azienda sanitaria a prendere una decisione a tutela delle donne e dei loro figli”.

La relazione della giunta regionale ha ottenuto il sì di Partito Democratico, ER Coraggiosa, lista Bonaccini e Italia Viva, contrari invece Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Rete civica. Voto d’astensione per il Movimento 5 stelle.

(Cristian Casali)

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