Ambiente e territorio

Piano aria: la posizione delle associazioni di categoria

Audizione in commissione Territorio e Ambiente: le associazioni di impresa chiedono più incentivi per un modello di produzione green, mentre i rappresentanti del mondo agricolo esprimono preoccupazioni. Disco verde da Conferservizi

Sostenere le imprese green, accompagnare il rinnovo del parco auto pubblico e privato, investire su un mondo produttivo che sappia evitare la contrapposizione tra qualità dell’aria e sviluppo economico. A chiederlo sono le associazioni di categoria intervenute oggi nel corso della commissione Territorio e Ambiente presieduta da Stefano Caliandro che si è occupata delle osservazioni al Piano Aria.

Medea Bertolani (Confindustria) spiega che “questo Piano aria è una buona base di partenza. Apprezziamo molto il coinvolgimento che la Regione ha fatto delle associazioni di categoria nella stesura del progetto. Bisogna evitare la contrapposizione tra qualità dell’aria e produzione industriale: le imprese sono sempre più consapevoli dell’importanza della qualità dell’aria. Non chiediamo deroghe al piano, ma di allinearsi a situazioni esistenti perché oggi più che mai è possibile tutelare salute e ambiente attraverso l’innovazione industriale basata su nuove tecnologie. Si tratta di scelte che l’industria è in grado di fare grazie al supporto della Regione: bisogna rafforzare i sostegni alle imprese per una produzione sempre più green”.
Barbara Zanetti (Confcooperative Emilia-Romagna) sottolinea le criticità insite nel Pair 2030 soprattutto per il settore agricolo. “Vorremmo che il mondo agricolo fosse considerato con un’ottica più complessiva, perché l’agricoltura è un settore strategico sia per l’economia regionale sia per quella nazionale e ogni variazione in tale settore ha conseguenze inevitabili su tutto il comparto economico”. Per Zanetti le politiche europee su cui si struttura il Piano aria regionale “non tengono conto di svariati studi per cui le politiche del green deal determineranno un calo medio della produttività agricola intorno al 20% e ciò potrà forse determinare minori emissioni locali, ma produrrà un inevitabile aumento delle importazioni, una minore sicurezza alimentare e, con l’aumento delle importazioni, non produrrà alcuna diminuzione delle emissioni a livello globale”. Per gli altri comparti rappresentati da Confcooperative (commercio e artigianato), Barbara Zanetti riporta critiche per le limitazioni imposte alla mobilità “che andrebbero concertate per evitare la desertificazione del tessuto urbano, soprattutto perché gli obiettivi imposti richiedono notevoli investimenti che i competitor di altre zone non dovranno compiere”.
Analogo tenore per l’intervento di Shara Magrini (Coldiretti Emilia-Romagna), la quale sottolinea “che il Pair rischia di determinare un forte impatto negativo sull’agricoltura e soprattutto sulla zootecnia, con impegni non sostenibili senza sostegni reali e concreti”. Per Coldiretti sono inspiegabili i vincoli previsti sugli elementi precursori delle polveri sottili “dato che Arpae testimonia come questi siano in calo e al di sotto delle soglie di allarme”. Magrini chiede poi di cambiare prospettiva e “sfatare il concetto che l’agricoltura sia l’unico responsabile dell’inquinamento dell’aria. Manca un’eguale attenzione per altri settori molto impattanti per l’ambiente”.
Confcommercio e Confesercenti hanno fatto pervenire i loro pareri per iscritto chiedendo di non consentire ai Comuni di decidere norme più restrittive di quelle regionali per le misure antismog e di prevedere maggiori risorse per l’acquisto da parte dei privati e delle aziende di mezzi di trasporto meno inquinanti.
In netta controtendenza rispetto agli altri interventi quello di Gianni Bessi (Confservizi Emilia-Romagna): “Aderiamo pienamente agli obiettivi del Pair che a sua volta rispecchia in pieno il più generale Patto per il lavoro e per il clima”. Da parte del rappresentante delle aziende di servizi, l’invito poi a considerare il Piano aria “come un working progress che subirà inevitabili ritocchi sia per le variabili emergenziali sia se si presenteranno innovazioni tecnologiche”. Proprio sulla tecnologia Bessi pone l’accento finale invitando a considerarla come “importante fattore di progresso”.
Paola Zigli (Legambiente Emilia-Romagna) ricorda: “Avremmo auspicato fossero accolte molte più proposte provenienti dalla nostra organizzazione e anche ora non rinunciamo a chiedere più impegno per ridurre l’inquinamento nel Bacino Padano. Dobbiamo fare una riflessione seria sulle nuove infrastrutture che si vogliono realizzate tenendo conto del contesto territoriale in cui le emissioni derivanti da queste nuove infrastrutture vengono prodotte. Non basta dire che su base regionale non ci saranno più emissioni, bisogna evitare che ci siano peggioramenti su base provinciale. Da favorire, infine, l’uso di pompe di calore: i bandi regionali devono andare in questa direzione”.
Leonardo Benedusi (assessore al Comune di Monticelli d’Ongina) si è detto soddisfatto del fatto che la Regione abbia accettato la richiesta del Comune piacentino sui controlli da parte della Polizia municipale in merito al rispetto delle limitazioni alla circolazione, mentre lamenta il fatto che aver delegato ai Comuni i controlli sulle caldaie mette in difficoltà i piccoli Comuni. Dubbi anche sulle norme sulla smaltimento dei fanghi dei gessi e sui falò. Critiche dal Comune di Sassuolo che ha mandato una nota scritta.

Alle osservazioni di parti sociali, comuni e associazioni di categoria hanno replicato i relatori di maggioranza e di minoranza del Piano aria.

“Prendiamo atto di quanto hanno detto i portatori di interessi e ribadiamo come la decisione della giunta sia unidirezionale. Siamo preoccupati per gli effetti negativi sul comporto manifatturiero, che sta operando in un quadro di grande competizione internazionale”, spiega il relatore di minoranza Emiliano Occhi (Lega) che si dice preoccupato per gli effetti del piano sull’agricoltura e annuncia la presentazione di emendamenti.

“Questo Piano aria non è punitivo per una realtà piuttosto che per un’altra: ‘incentivo’, ‘sostegno’, sono fra le parole più usate nel Piano, a dimostrazione che non lasciamo solo alcuno. Il confronto sul Piano aria proseguirà fino all’ultimo momento utile per arrivare alla massima condivisione possibile, perché sappiamo che il Pair raggiungerà i suoi obiettivi quanto più sarà un piano condiviso. Confronto, però, non vuole dire stralciare alcuni obiettivi: questo non ce lo possiamo permettere, i cittadini vogliono vivere nell’ambiente più salubre possibile”, sottolinea il relatore di maggioranza Andrea Costa (Pd), che invita tutti i rappresentanti delle associazioni di categoria a fare un passo in avanti nel confronto reciproco. “Ho sentito proposte che non possono essere inserite in questo Piano aria perché esulano dalla prerogative del piano stesso, ma che sono temi importanti e che vanno ugualmente affrontate”. Costa chiede anche interventi a livello nazionale ed europeo sul Bacino Padano: “Sono quelle misure che i nostri cittadini e le nostre imprese si meritano di avere”.

(Luca Boccaletti e Luca Molinari)

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