Dopo l’inchiesta che ha accertato casi di avvelenamento di alcuni operatori del 118 (della centrale di Bologna), e che vede indagato un coordinatore, la Regione spieghi quali sono “le ragioni per cui si siano dovuti attendere mesi o addirittura anni perché la Direzione Generale dell’Azienda Usl di Bologna comprendesse che era necessario un intervento urgente presso la Centrale Operativa 118 di Bologna che restituisse il personale impiegato a idonee e sicure condizioni di effettuazione delle delicate e importantissime attività che gli sono affidate, nonché tutela per i cittadini che si rivolgono a questo servizio pubblico di pronto intervento sanitario, attivo 24 ore su 24, che gestisce tutte le chiamate per necessità urgenti e di emergenza sanitaria”.
A chiedere di far luce è la consigliera Giulia Gibertoni (Gruppo Misto) con una interrogazione n cui vuole anche sapere se la Regione “non ritenga altrettanto necessario svolgere un processo di analisi, ben distinto dall’inchiesta giudiziaria, che attraverso l’esame, in particolare delle sottovalutazioni o della non considerazione, dei fatti emersi negli ultimi anni presso la Centrale Operativa 118 di Bologna, eviti che quanto accaduto possa replicarsi anche in altri settori sanitari e fornisca i contorni esatti e completi della vicenda, oltre le evenienze di natura giudiziaria”.
Oltre all’inchiesta sul presunto avvelenamento di alcuni operatori (la centrale di Bologna risponde alle chiamate delle province di Bologna, Modena e Ferrara), la procura sta esaminando l’esposto di una ventina di infermieri “in cui si parla anche di diversi e ripetuti casi di stalking e di nonnismo”. Un altro esposto, invece, era stato presentato dalla stessa direzione dell’Ausl, che avrebbe dato il via alle indagini. Inoltre, i carabinieri starebbero indagando su diversi casi avvenuti anche nella primavera del 2023 che sarebbero molti di più di quelli denunciati. Gibertoni, infine sottolinea che l’indagine avrebbe messo in luce “una situazione pregressa che, con ogni evidenza non sarebbe stata colta dai responsabili del servizio, infatti il capo d’accusa formulato in questi giorni parla di atti persecutori e lesioni con una situazione emersa in agosto, ma che potrebbe essere iniziata anni prima”.
(Gianfranco Savatori)