Parità, diritti e partecipazione

Gruppi maggioranza: voto anche a chi vive in comune non di residenza

Una risoluzione a prima firma della democratica Nadia Rossi chiede a governo e Parlamento di portare a termine le norme necessarie

Governo e Parlamento approvino le norme per assicurare il diritto di voto da parte degli elettori che, per motivi di studio, lavoro e cura, si trovano in un comune diverso da quello di iscrizione nelle liste elettorali, in occasione delle elezioni politiche e delle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo.

A chiederlo è una risoluzione a prima firma di Nadia Rossi (Pd) e sottoscritta da esponenti di Pd, Italia Viva, ER Coraggiosa, Europa Verde e Lista Bonaccini.

“In caso di mancata approvazione entro il mese di febbraio 2024 della legge che delega il Ggoverno sul tema, per gli elettori che per motivi di studio, lavoro, cure mediche o prestazioni di assistenza come caregiver familiari si trovano in un comune diverso da quello in cui sono iscritti nelle liste elettorali, risulterà difficile e a volte impossibile esercitare il proprio diritto di voto per gli appuntamenti”, spiegano i firmatari della risoluzione che ricordano come “il diritto di voto è previsto dall’articolo 48 della Costituzione, che definisce il voto come un “dovere civico”, che deve pertanto essere garantito senza distinzioni ed è necessario, pertanto, che l’esercizio di tale diritto sia reso concretamente accessibile a tutti, in qualsiasi condizione, soprattutto a fronte degli elevati tassi di astensionismo nella popolazione”.

Da qui la richiesta di un intervento su governo e Parlamento con una risoluzione sottoscritta da Nadia Rossi, Stefano Caliandro, Andrea Costa, Marcella Zappaterra, Matteo Daffadà, Marilena Pillati, Antonio Mumolo, Luca Sabattini, Francesca Marchetti, Federico Alessandro Amico, Mirella Dalfiume, Marco Fabbri, Stefania Bondavalli, Silvia Zamboni e Giulia Pigoni.

(Luca Molinari)

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