Ambiente e territorio

Rontini (Pd): definire profilo periti per valutare danni al patrimonio ceramico di Faenza

La richiesta ai fini di una corretta quantificazione dei danni e successivo indennizzo. La vice presidente Priolo: “Per la struttura commissariale devono essere le aziende a selezionare i periti, ma ci troviamo nell’ambito culturale”

In attesa delle necessarie coperture economiche da parte dello Stato, individuare le caratteristiche dei tecnici valutatori dei danni subiti con l’alluvione di maggio da chi opera per la produzione, fruizione e valorizzazione del patrimonio culturale ceramico, al fine di una corretta quantificazione e successivo indennizzo, con criteri il più possibile condivisi, stante la peculiarità del settore. Lo chiede Manuela Rontini (Partito democratico) con un’interrogazione a risposta immediata in Aula.

“A Faenza -ha sottolineato la consigliera- l’alluvione ha provocato danni al patrimonio culturale pubblico ma anche ad attività e soggetti privati che operano nel settore della ceramica: diversi laboratori e studi di artisti si sono allagati. Alcuni di questi spazi sono riconosciuti come ‘Case e studi delle persone illustri dell’Emilia-Romagna’. La primaria esigenza è mettere in sicurezza il territorio, le imprese e le famiglie danneggiate ma la nostra città vive anche di questa specificità. A oggi il settore culturale privato e quello dei soggetti privi di scopo di lucro non è ricompreso nelle ordinanze per il ristoro dei danni, adottate dal Commissario straordinario alla ricostruzione e nell’ordinanza 14 è prevista la sola possibilità di ricognizione dei beni mobili distrutti o danneggiati. Spiace che il governo non abbia messo in atto modifiche normative per dare concretezza al rimborso dei danni promesso. Fra i soggetti privati è emersa preoccupazione perché se il meccanismo è quello che prevede una perizia, stante la particolarità del settore, è necessario interloquire col governo e con la struttura commissariale per definire le caratteristiche dei soggetti che se ne dovranno occupare”.

Ha risposto la vice presidente Irene Priolo: “Confermo che per i beni mobili, nonostante gli emendamenti e le richieste, non è stato possibile avere risposte. Serve la volontà di inserire i beni mobili nei rimborsi. Per quanto riguarda la specificità del settore ceramico ho chiesto alla struttura commissariale e ho ottenuto come risposta che potrà essere cura delle aziende selezionare i periti. Probabilmente non è stato capito il punto della questione: non siamo nell’ambito imprenditoriale ma culturale. Per cui torneremo a discutere per porre nuovamente la questione e ci impegniamo a incontrare i diretti interessati. Il patrimonio ceramico faentino è un bene di tutti”.

La consigliera Rontini ha replicato: “Bene che la Regione continui a far sì che i beni mobili vengano ricompresi fra quelli indennizzabili. Resto basita dalla risposta della struttura. Devono essere loro a trovare i soggetti idonei alle perizie perché c’è il tema del patrimonio culturale e il settore ceramico dà lavoro a tante persone”.

(Lucia Paci)

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