Sì alla tutela e alla promozione della produzione italiana di derivati del pomodoro, come richiesto dalle organizzazioni che operano nel settore. L’Assemblea legislativa ha approvato la risoluzione presentata da Pasquale Gerace (Italia Viva, primo firmatario) e condivisa da Giulia Pigoni (Iv), Marco Mastacchi (Rete Civica), Mirella Dalfiume, Manuela Rontini e Marcella Zappaterra (Partito democratico), Fabio Rainieri (Lega) e Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini).
“L’obiettivo -ha precisato Gerace- è che vengano adottate misure per proteggere i produttori locali dalla concorrenza sleale, promuovere la qualità e la sostenibilità dei prodotti italiani, e garantire che i consumatori abbiano accesso a prodotti di alta qualità. A tal fine, è opportuno collaborare con le istituzioni europee e nazionali per implementare misure che garantiscano trasparenza, equità e sostenibilità nella filiera del pomodoro, attraverso l’adozione di normative più rigorose sull’etichettatura dei prodotti, l’introduzione di dazi sulle importazioni di pomodori da paesi che non rispettano gli standard europei, e l’adozione di misure per promuovere la produzione locale di pomodori”.
“Vi è preoccupazione -ha continuato il consigliere- per la crescita delle importazioni nell’Unione Europea di derivati del pomodoro dai Paesi extra europei che producono a basso costo e in assenza dei requisiti etico sociali. Ovviamente vi è divario tra i costi delle filiere europee che producono in modo etico e sostenibile applicando la corretta remunerazione dei fattori produttivi rispetto a quelli dei Paesi extra europei, determinando quindi le condizioni favorevoli a un fenomeno ormai diffuso tra le aziende europee di seconda trasformazione, cioè l’acquisizione di derivati del pomodoro da Paesi come Cina, Iran, Turchia ed Egitto, che offrono prodotti a basso costo, anche se con standard etico-sociali ed ambientali limitati al fine di abbassare i costi di produzione. Tutto ciò danneggia le filiere europee che vendono i loro prodotti con elevati standard di sostenibilità ambientale e sociale sul mercato interno a causa delle differenze in termini di qualità, affidabilità, sostenibilità ed eticità”.
Per Fabio Rainieri (Lega) “la risoluzione ha ragione d’essere in un momento in cui gli agricoltori sono fin troppo vessati dalle politiche dell’Unione europea. I produttori italiani di pomodoro non solo sono soggetti a controlli molto severi ma utilizzano metodi di produzione attenti alla salubrità del prodotto. C’è bisogno di fare di più per tutto il mondo dell’agricoltura e per gestire la produzione di pomodoro in modo corretto”.
Mirella Dalfiume (Pd) ha aggiunto: “Le tipicità si costruiscono anche attraverso processi economici che hanno caratterizzato Paesi diversi. Il pomodoro è una filiera importante anche per la nostra regione: oltre un terzo di produzione e trasformazione nazionale sono concentrate nella nostra regione ed è giunto sostenere il principio di responsabilità dell’importatore istituendo una black list dei paesi che non rispettano i requisiti”.
Per Marco Mastacchi (Rete Civica): “In questi giorni ci sono manifestazioni in tutta Europa e con questa risoluzione possiamo dare un messaggio agli agricoltori che si trovano in difficoltà. L’agricoltura è in ginocchio e serve un’analisi approfondita del settore. Ricordo che in Emilia-Romagna, nel ferrarese, diversi coltivatori stanno segnalando la presenza di una pianta infestante che incide sul calo della produzione di pomodoro”.
Silvia Zamboni (Europa Verde) ha sottolineato: “C’è il tema del giusto compenso sul quale avevo presentato una risoluzione: gli accordi commerciali internazionali strozzano gli agricoltori i cui costi di produzione spesso sono superiori ai ricavi. Non vengono premiati i paesi che fanno un uso ridotto di pesticidi. Rinnovo anche la richiesta dell’impegno a detossificare la nostra agricoltura”.
Marta Evangelisti (Fratelli d’Italia) ha commentato: “Occorre che ognuno faccia la propria parte. Il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida lo sta facendo, ascoltando le parti in causa, e sarà presente a ‘Tomato world’ in programma questa settimana a Piacenza per raccogliere tutti gli spunti che arriveranno dal convegno”.
(Lucia Paci)