Ambiente e territorio

Gibertoni (Misto): rivedere il piano di controllo e caccia alla volpe

“Se ne uccidono tremila l’anno per compiacere la lobby dei cacciatori. La volpe è un predatore di nutrie e caprioli e aiuta a ridurne il numero”

La Regione riveda “il Piano di controllo della volpe e la caccia alla Volpe, che fanno strage di più di 3000 volpi ogni anno e sembrano autorizzati al solo fine di compiacere la influente lobby dei cacciatori e, soprattutto, eliminare quello che da essi viene ritenuto un pericoloso e fastidioso rivale nella caccia”.

Lo ha chiesto la consigliera Giulia Gibertoni (Gruppo Misto) in un’interrogazione in cui vuole anche sapere se la giunta “non ritenga necessario eliminare del tutto la possibilità di caccia alla volpe in tana, pratica, questa, indegna di un paese civile, in cui dall’uomo viene indotto quello che è una sorta di gioco al massacro tra animali”.

Secondo la capogruppo del Misto, “l’uccisione in un ventennio di oltre 60 mila esemplari di volpe non è altro che una spietata strage, infatti i danni arrecati dalla volpe sono sostanzialmente minimi, quando non inesistenti”. Nel Piano, continua la consigliera, sono poco considerati i metodi alternativi e le misure di contenimento non cruente. Per Gibertoni, “la caccia alla volpe e addirittura lo stesso Piano di controllo quinquennale della volpe vengono, di fatto, autorizzati al solo fine di compiacere la influente lobby dei cacciatori e, soprattutto, eliminare quello che da essi viene ritenuto un pericoloso e fastidioso rivale nella caccia”.

La capogruppo ricorda, inoltre, come la presenza della volpe sia utile “considerata l’attività predatoria svolta da essa su nutrie, caprioli e addirittura anche cinghiali (striati nelle prime fasi di vita), in particolare, l’attività predatoria della Volpe comporterebbe una maggiore pressione ecologica sulle nutrie” riducendone la presenza.

(Gianfranco Salvatori)

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