Sanità e welfare

SANITÀ BOLOGNA. ALTA MEDIA VALLE RENO, RISOLUZIONE BIGNAMI (FI): RIMUOVERE RESPONSABILI SERVIZI EMERGENZA TERRITORIALE E RIORGANIZZARLI

SANITÀ BOLOGNA. ALTA MEDIA VALLE RENO, RISOLUZIONE BIGNAMI (FI): RIMUOVERE RESPONSABILI SERVIZI EMERGENZA TERRITORIALE E RIORGANIZZARLI

L’organizzazione prevista dalla Regione Emilia-Romagna, attraverso la locale Asl, per i servizi di emergenza nell’alta e media Valle del Reno, con la presenza di una sola automedica a Silla di Gaggio Montano, a cui è demandato il compito di intervenire su un territorio compreso tra i confini del comune di Sasso Marconi e della Toscana, è nuovamente al centro delle critiche di Galeazzo Bignami (Fi), che ha presentato una risoluzione dove si ricorda che, nel febbraio 2014, la stessa Regione ha anche chiuso il ‘punto nascite’ di Porretta Terme per ragioni “di sicurezza”.

Il ‘caso’ al centro della risoluzione riguarda la notte tra il 10 e l’11 gennaio, quando, intorno alle ore 4, i servizi medici territoriali di emergenza impegnati in quell’area, e precisamente a Silla di Gaggio Montano, hanno ricevuto una chiamata a Pioppe di Salvaro, dove una giovane donna stava per dare alla luce prematuramente due gemelli. L’automedica – si legge nel testo – si sarebbe prontamente recata sul luogo della chiamata dove, constatata la gravità della situazione, avrebbe richiesto a sostegno l’intervento dell’automedica di Sasso Marconi. Grazie all’intervento dei medici, i gemelli sono stati messi alla luce sulla strada provinciale Porrettana, a bordo dell’automedica, e sono stati poi ricoverati – ricorda Bignami – all’ospedale Maggiore di Bologna, dove attualmente risultano essere in rianimazione in condizioni di estrema gravità. Praticamente nello stesso orario, alle 5, – aggiunge il consigliere – è arrivata un’altra chiamata di intervento per una persona residente a Porretta Terme in arresto cardiocircolatorio. Essendo entrambe le automediche impegnate nella prima chiamata, è stato chiesto – secondo quanto riporta l’esponente forzista – l’intervento della Guardia medica, che “non ha alcuna diretta formazione di emergenza” e che, “una volta intervenuta sul posto, non ha potuto che constatare il decesso” della persona.

Non è la prima volta che Bignami denuncia “la manchevolezza dell’organizzazione dei servizi di pronto intervento medico sanitario” in quel territorio. Il consigliere, infatti, nel testo, riepiloga quanto avvenuto nell’ultimo anno, in modo tale – scrive – che l’Asl o l’assessorato regionale non possano “affermare che l’evento è stato imprevisto o straordinario”.

Le critiche erano già state sollevate dal consigliere nel 2014 con un’interrogazione alla Giunta regionale, dopo il decesso di una persona in località Casa Boni, nel comune di Granaglione, in cui si chiedeva la riorganizzazione del servizio e la segnalazione della vicenda all’autorità giudiziaria. E anche a una seconda interrogazione a risposta immediata l’allora assessore Lusenti avrebbe replicato, “giustificando e difendendo totalmente l’organizzazione approntata”.

Difesa reiterata – si legge nella risoluzione – anche di fronte al decesso di un’altra persona a Lizzano in Belvedere, sempre avvenuto nel 2014, nonostante la constatazione di queste criticità anche da parte delle amministrazioni interessate.

Bignami segnala inoltre di aver sollevato in diverse interrogazioni il problema del mancato potenziamento di mezzi e formazione per il personale medico sanitario in servizio nell’area che in precedenza ricadeva nella competenza del punto nascite di Porretta Terme, chiuso nel febbraio 2014, in particolare per le emergenze neonatologiche.

Tornando al caso dei due gemelli, infatti, il consigliere ribadisce che i neonati sono stati ospedalizzati al Maggiore di Bologna, che sarebbe tuttavia privo di un pronto soccorso ostetrico ginecologico, nonostante i cartelli all’esterno indichino “la qualificazione del servizio come pronto soccorso ostetrico ginecologico, determinando così una grave induzione di convinzione (ed errore) nell’utenza”. Di qui la constatazione di Bignami che si debba procedere con un intervento di riorganizzazione urgente.

La risoluzione impegna, quindi, i vertici regionali ad attivarsi immediatamente per segnalare all’autorità giudiziaria i responsabili di questa situazione e per rimuovere i responsabili dell’organizzazione del servizio di emergenza territoriale.

Bignami chiede infine alla Giunta di riorganizzare il servizio di presidio medico sanitario di carattere emergenziale, prevedendo l’assegnazione di un territorio più contenuto e più sostenibile al personale impegnato sul versante dell’emergenza medico sanitaria di primo intervento: non è infatti ammissibile – conclude – che si attuino risparmi sulla vita delle persone. (AC)

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