Dopo la presentazione della Giunta e del programma di governo per questa legislatura da parte del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, in Assemblea legislativa si è aperto il dibattito, con l’intervento di tutti i presidenti dei Gruppi consiliari.
“Un discorso lungo, tante chiacchiere, aspettiamo i fatti”. Alan Fabbri, capogruppo della Lega nord, apre con il suo intervento in Aula il dibattito sul programma di governo. Lega, afferma, che rappresenta “la vera forza di sinistra, che ha fatto della soluzione della crisi la sua missione. Non diremo solo dei no- sottolinea- ma faremo delle proposte, perché siamo una forza di opposizione, ma anche di governo”. La Lega nord “ha dimostrato dove ha governato con i suoi sindaci, che cambiare si può”. Tra le priorità Fabbri indica il lavoro, con l’abbassamento delle tasse, “visto che la Regione può agire su almeno 9 leve fiscali”, e le opportunità per i giovani. Un’altra priorità è quella della ricostruzione del dopo terremoto: “È allarmante il numero di coloro che sono ancora alloggiati nei moduli abitativi provvisori, c’è il rischio di una nuova Irpinia”. Irpinia che nella legge di stabilità riceverà ancora fondi, mentre non è stata concessa la zona franca per i territori colpiti dal sisma del 2012. Tra gli altri temi toccati, Fabbri ha parlato di sicurezza: contro i “focolai estremisti occorre che la Regione dica stop a nuovi luoghi di culto islamici e controlli quelli già attivi sul territorio”. E sempre in tema di sicurezza, la Regione dovrà dare “un forte segnale contro l’immigrazione clandestina, con- propone Fabbri – la creazione di un corpo regionale di polizia con competenze di controllo e contrasto”. Sul riordino territoriale, il capogruppo della Lega è critico e parla di “furia centralista” sulle fusioni dei Comuni che a volte dimenticano le esigenze dei territori, così come sulle politiche sanitarie, “che hanno ridotto a totem ospedali nuovi e funzionanti”. La Giunta, conclude, dovrà “fare sentire la sua voce grossa al Governo sui tagli di 560 milioni di euro, quando l’Emilia-Romagna contribuisce con 15 miliardi”. E sui costi della politica, Fabbri propone da ultimo di “andare oltre i tagli e passare da 50 a 40 consiglieri regionali, con un risparmio calcolabile in 7 milioni di euro in 5 anni.”
“Molte belle parole, la forma è buona, ma servono azioni da mettere in campo”. È critica Giulia Gibertoni, capogruppo del Movimento 5 stelle, sul discorso di governo del presidente Bonaccini. Un discorso nel quale intravvede “molte contraddizioni: si parla di non consumo di suolo e poi si va avanti con la Cispadana, si dice che nessuno deve rimanere indietro ma si chiede ai terremotati che ancora vivono nei moduli abitativi, nati come soluzioni provvisorie e disagevoli, di sostenere il costo di bollette salatissime per il riscaldamento d’inverno e l’aria condizionata d’estate”.
“A parole il presidente si pone in contrasto con il neocentralismo ma poi, contrariamente a quanto fatto da altre Regioni, non si impugna lo ‘Sblocca Italia’ là nelle norme che consentono l’arrivo in Emilia-Romagna di rifiuti da fuori e toglie competenze alle Regioni sulle attività estrattive. Nulla- critica ancora Gibertoni- è stato detto sul lavoro e sulla riforma dei centri per l’impiego, dove sono stati investiti una enorme quantità di risorse per un sistema informativo spropositato, che ha prodotto solo un numero molto contenuto di assunzioni”. Sulla sanità, l’esponente M5s critica poi “i grandi monoliti” che la Regione sta costruendo trasformando ospedali funzionanti sul territorio “in presidi meno efficaci, come le case della salute”. “Non sempre il policentrismo è negativo”, prosegue, “piccolo è bello quando riesce a fornire servizi ai cittadini”. Tra gli altri argomenti sui quali Bonaccini avrebbe dovuto esprimersi, per Gibertoni ci sono la sicurezza del lavoro, maggiori tutele, come ad esempio l’istituzione del reddito di cittadinanza e gli ammortizzatori sociali, la legalità e la corruzione, tema sul quale “ci aspettavamo intenti più forti”.
Se alcune affermazioni possono essere condivisibili, afferma Piergiovanni Alleva, capogruppo de L’altra Emilia Romagna, c’è tuttavia “una critica che riguarda la mancata apertura verso la dimensione nazionale”, una “mancanza di raccordo con il nazionale che colpisce negativamente”. Il riferimento è in particolare al tema del lavoro, a cui – a parere di Alleva – si riservano poche righe, mentre “il quadro che conosciamo del mercato del lavoro è in netto peggioramento” e il “Jobs act” del premier Renzi ha “reso sistematico il precariato”. Alleva, pur affrontando altri temi, si sofferma a lungo sulla descrizione di un “quadro di deterioramento della condizione lavorativa” a cui si affianca “la distruzione degli ammortizzatori sociali”. “La nostra Regione- sottolinea- su questo ha qualcosa da dire, sia sul piano del lavoro che deve essere di qualità, sia su quello del welfare, e deve assumersi l’impegno a presentare proposte innovative anche al piano nazionale”. Alleva auspica anche una riforma dei contratti di solidarietà e il perseguimento dell’obiettivo di investire risorse per dare lavoro a migliaia di giovani e ribadisce che “il reddito minimo garantito” non deve essere più un “feticcio” e può essere istituito anche in Emilia-Romagna.
Il presidente Bonaccini cita “molte volte la parola sobrietà”, senza tuttavia fare “un’analisi attenta del bilancio regionale” che subirà tagli da parte dello Stato pari a 4-500 milioni di euro, che non è chiaro dove andranno a ricadere. Lo afferma Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia, denunciando la “mancanza di realismo” del numero uno della Giunta, che sembra essere “venuto da Marte” e di “non aver fatto parte di quella classe politica che ha governato ininterrottamente questa regione”. Foti rimarca la scarsa chiarezza di Bonaccini in diversi temi importanti, come, in particolare, i problemi dell’area del terremoto, dove “non si può giocare a rimpiattino”. Qui la Regione ha voluto e ottenuto carta bianca, ha emesso 3.000 ordinanze al 31 ottobre 2014 e risultano erogati “a oggi solo 541 milioni”, mentre quelli stanziati sono circa 1.500. “È quindi sotto gli occhi di tutti- sostiene Foti- che c’è qualcosa che non va nel sistema”. Ma le stesse critiche, “di mancanza di chiarezza e concretezza”, il consigliere le ribadisce per altri settori come quelli dell’assetto idrogeologico, della pianificazione urbanistica, dell’agricoltura, del riassetto istituzionale e della logistica, comparto in cui l’Emilia-Romagna potrebbe avere una funzione trainante anche per il rilancio del manifatturiero.
“Un’opportunità persa, ci aspettavamo più concretezza”. Lapidario il giudizio di Galeazzo Bignami, capogruppo di Forza Italia, che aggiunge: “Ci immaginavamo più energia e più aggressività” nei confronti dei tanti problemi che la Regione deve affrontare, “abbiamo invece ascoltato molte enunciazioni di principio su cui ci si può trovare anche d’accordo, ma che non possono che ingenerare delusione quando si avverte che non sono accompagnate da una mappa chiara e circostanziata delle tappe che dovrebbero segnare un cambiamento rispetto al passato”. Ma il dubbio di Bignami è anche se sia possibile questa opera di “discontinuità” da parte chi, “come Bonaccini, è stato al centro delle politiche regionali dei passati cinque anni, sia per la carica elettiva, che per il suo ruolo politico nel partito di maggioranza relativa”. Critico Bignami anche nei confronti di un “apparato burocratico”, dei cui dirigenti (“184 con emolumenti che in media superano i 100.000 euro”) non è certa “l’imparzialità amministrativa”. “La ricreazione è finita”, “la discontinuità deve esserci anche nelle nomine dei direttori generali” – afferma – e “Bonaccini deve farsi carico della tutela delle minoranze assembleari, rispetto a funzionari che giocano sporco”.
Apprezzamento per l’approccio del presidente della Giunta al programma di legislatura è stato espresso da Igor Taruffi, capogruppo di Sinistra Ecologia Libertà, che sottolinea la centralità delle scelte in materie ambientali. “Serve una legge contro il consumo di suolo, vanno ascoltati quei sindaci che invitano a ripensare alla scelta del Passante nord, va al più presto discusso in Aula il Piano Rifiuti e definite nuove norme sulle cave”. La credibilità della politica, prosegue, “sta anche nel dare piena attuazione al referendum per l’acqua pubblica del 2011, altrimenti si rafforzerà l’idea che votare sia inutile”. Per Taruffi, inoltre, “sono maturi i tempi per introdurre il reddito di cittadinanza nella legislazione regionale”, mentre va praticata con determinazione “la legge sull’economia solidale approvata nella scorsa legislatura”. Il capogruppo ha manifestato “una forte condivisione” sull’impegno assunto da Bonaccini “per i finanziamenti sulla cultura, e concluso con l’appello a ristabilire un rapporto più equilibrato fra Giunta e Assemblea sul piano dell’iniziativa legislativa, ridando centralità all’Aula dopo una legislatura che ha visto l’esecutivo assumere una vistosa predominanza”.
Ultimo capogruppo a intervenire, Paolo Calvano (Pd) che vuole valorizzare il metodo di Bonaccini nell’indicare “impegni precisi in tempi precisi, con tappe verificabili”. Fra le tante sfide da raccogliere, “quella per abbassare i costi di funzionamento, come dimostra il progetto di legge di maggioranza già depositato, e aperto alla discussione e al contributo, per esempio per quanto riguarda l’agibilità politica dei piccoli Gruppi”. L’eredità di Vasco Errani sta nell’aver fatto della Regione “un centro propulsore dello sviluppo economico e della coesione sociale, e Bonaccini dichiara di non voler arretrare da questa frontiera”. Una buona amministrazione, inoltre, sottolinea Calvano, “è alla base dell’attrattività di un territorio agli investimenti, nazionali e stranieri, e l’emergenza occupazione viene giustamente affrontata con il concorso di vari attori sociali, da coinvolgere nel nuovo Patto per il lavoro a cui la Giunta sta lavorando”. Un giusto grado di ambizione è quello che il Gruppo del Pd riconosce nel programma di legislatura di Bonaccini, con “un’ottica che guarda continuamente all’Europa e punta a consolidare le tante eccellenze di questa regione in una dimensione nazionale ed europea”.