Imprese lavoro e turismo

Evangelisti (Fdi): chiarire quando il centro di ricerca Enea si trasferirà al Tecnopolo

Presentata un’interrogazione per chiedere aggiornamenti sullo stato di avanzamento dei lavori e per conoscere a che punto è il progetto Sorgentina del centro ricerche Enea Brasimone

Fornire indicazioni sullo stato di avanzamento dei lavori al Tecnopolo, in particolare per quanto riguarda la nuova sede di Enea Bologna, attualmente ospitata in via Martiri di Montesole. Lo chiede Marta Evangelisti (Fratelli d’Italia) con un’interrogazione in cui invita la giunta ad adoperarsi affinché il trasferimento della sede di Enea (Agenzia nazionale che opera nel settore dell’energia) avvenga con il minor disagio per i dipendenti.

“L’attuale sede di Enea Bologna (impegnata nella ricerca sulla sicurezza e sostenibilità del nucleare) -ha precisato la consigliera- dovrà essere liberata entro il 30 giugno prossimo. Gli uffici devono essere trasferiti al Tecnopolo di Bologna ma la palazzina che ospiterà Enea al Tecnopolo, è ancora in corso di ristrutturazione con data di consegna prevista il 31 dicembre 2024 e verosimile slittamento a fine 2025 e oltre. A partire da luglio, quindi sarebbe concreto lo scenario relativo a 180 persone, assieme a tutte le attività loro affidate, che si ritroverebbero senza un recapito dove far arrivare la posta o un luogo per poter organizzare una riunione di lavoro”. 

Marta Evangelisti ha inoltre ricordato che Enea Brasimone (centro di ricerca internazionale dedicato allo studio della fissione di quarta generazione e fusione nucleare a confinamento magnetico) “nel 2019 ha proposto alla Regione il progetto denominato ‘Sorgentina RF’ per la costruzione di un impianto in cui realizzare attività per il primo prototipo di macchina in grado di arrivare a coprire fino a un terzo del fabbisogno mondiale di radionuclidi per la produzione di radioisotopi a scopo medicale”. Tuttavia, ha proseguito, “a distanza di quattro anni, e con un contributo regionale tale da coprire il 75% del costo, il progetto non è ancora concluso e non si è avuta l’auspicata creazione di occupazione nella zona di Appenino coinvolta. Occorre dunque intervenire per valutare la ricaduta occupazionale nell’Appennino con la realizzazione del progetto Sorgentina RF”.

(Lucia Paci)

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