Ambiente e territorio

TERRITORIO. NO ISTITUZIONE COMMISSIONE INCHIESTA SPECIALE EMERGENZE AMBIENTALI CHIESTA DA M5S. “CAPIRE E PREVENIRE” – “ESISTE GIA’ LA ‘TERRITORIO'”

TERRITORIO. NO ISTITUZIONE COMMISSIONE INCHIESTA SPECIALE EMERGENZE AMBIENTALI CHIESTA DA M5S. “CAPIRE E PREVENIRE” – “ESISTE GIA’ LA ‘TERRITORIO'”

L’Assemblea legislativa regionale ha respinto a maggioranza (contrari Pd, Sel; favorevoli Lega nord, M5s, Fi) la richiesta di istituire una commissione speciale d’inchiesta in materia di emergenze ambientali. La richiesta, in base all’articolo 40 dello Statuto e all’articolo 60 del Regolamento interno dell’Assemblea, era stata avanzata da Giulia Gibertoni e Andrea Bertani del Movimento 5 stelle.

La proposta di istituire la commissione – ha spiegato Gibertoni è dettata “dalla necessità di un’analisi delle cause dei fenomeni che si stanno verificando sul territorio senza essere costretti ad agire sempre di rimessa”. Negli ultimi due anni si sono verificati “ben 9 eventi emergenziali, con allagamenti che hanno provocato ingenti danni economici. Si può quindi dire che l’alluvione non è più un evento eccezionale, ma si assiste ormai ad una manifestazione regolare di questi fenomeni”. La capogruppo M5s ha quindi indicato i principali campi in cui avrebbe dovuto agire la commissione speciale: “Subsidenza, dissesto idrogeologico, piano dei rifiuti (inceneritori), edifici con presenza di amianto, siti contaminati e opere di bonifica correlati, trivellazioni e relative conseguenze. Tutti temi- ha detto- che la commissione assembleare ordinaria non può fronteggiare. Ai consiglieri componenti della commissione- ha infine sottolineato- non andrebbero corrisposti gettoni o altri emolumenti”.

Parere favorevole alla richiesta è giunta anche dalla Lega nord. Gabriele Delmonte, annunciando il sì del suo Gruppo, ha sottolineato la necessità di “imparare a prevenire e a gestire” quanto accade. Pertanto, a suo avviso, il percorso in “una commissione speciale può aiutare ad attuare misure che non siano solo emergenziali, per arrivare preparati ad eventi che non si possono più definire d’emergenza”.

A sostegno della richiesta avanzata dai colleghi di Gruppo, Raffaella Sensoli (M5s) ha evidenziato che benché siano trascorsi 43 anni dall’istituzione della commissione De Marchi, all’indomani della storica alluvione di Firenze, “non si è fatto nulla”. Lavorare in emergenza, ha detto, “non solo mette a rischio tutti, ma moltiplica i costi di gestione del territorio. Non si può dare la colpa alla natura di quanto accade. Finora si sono avuti una gestione modesta del territorio e una cura superficiale, chiediamo- ha concluso- che il dissesto idrogeologico sia considerato una priorità imprescindibile”.

Statuto e Regolamento attribuiscono alle commissioni d’inchiesta gli stessi poteri delle commissioni ordinarie, ha affermato Manuela Rontini (Pd), e i temi che stanno alla base della richiesta M5s “fanno parte del programma di mandato della Giunta”. La consigliera, che presiede la commissione Territorio e Ambiente, si è detta “pienamente disponibile a sviluppare in quella sede un’azione tempestiva e costante, anche utilizzando lo strumento dell’audizione, per coinvolgere tutti i soggetti esterni che possono fornire un contributo”.

Per Andrea Bertani (M5s), lo scopo della commissione d’inchiesta è quello di fornire ai consiglieri le condizioni conoscitive essenziali sulle varie emergenze ambientali, “dunque non si configura alcuna sovrapposizione con la commissione ordinaria”. Il consigliere ha rimarcato il fatto che lo stato di emergenza “si configura come permanente e riguarda una molteplicità di fattori e di territori”.

Paolo Calvano (Pd) ha negato ci sia bisogno di nuove strutture: “L’obiettivo comune dovrebbe essere quello di far funzionare al meglio quelle già previste”. In particolare, si è detto convinto “che la commissione Territorio e Ambiente sarà pienamente in grado di assolvere alle questioni poste dal Movimento 5 stelle. Inoltre, non va confuso il ruolo di una commissione regionale con le commissioni parlamentari, che dispongono di ben altri poteri”.

Apprezzamento per la richiesta di istituire la commissione d’inchiesta è venuto da Piergiovanni Alleva (Altra ER), secondo il quale “è inconcepibile che eventi di limitata gravità producano effetti che ricacciano indietro di decenni parti della comunità regionale, vittime della crescente fragilità del territorio e delle reti infrastrutturali”.

Secondo Gian Luca Sassi (M5s), l’esperienza della scorsa legislatura non fa prevedere che l’attività ordinaria della commissione Territorio e Ambiente “sia adeguata alla costante emergenza ambientale che colpisce questa regione; poiché il Pd mostra di non volere attivare lo strumento della commissione d’inchiesta”, il consigliere chiede che “almeno la commissione ordinaria si avvalga di esperti super partes”.

La commissione Territorio e Ambiente ha tutti gli strumenti per dare risposte adeguate alle questioni poste con la richiesta di commissione d’inchiesta, ha detto Igor Taruffi (Sel). In particolare, “andranno attivati strumenti come le audizioni e aperto il confronto con ambiti tecnici in grado di affinare le competenze dell’Assemblea legislativa”.

Per Stefano Bargi (Lega nord), terremoto a parte, “assistiamo a eventi tutt’altro che eccezionali che provocano conseguenze eccezionali, e inaccettabili. Le persone si sentono disarmate, non conoscono i loro diritti, raramente sono in grado di distinguere le specifiche responsabilità, né sanno che è possibile chiedere risarcimenti per interruzione di pubblico servizio”.

Infine, Enrico Aimi (Fi) ha espresso il sostegno del suo Gruppo alla richiesta di commissione d’inchiesta, nella consapevolezza che procedono altri piani d’indagine, come quello attivato dalla Procura della Repubblica di Modena a proposito dell’esondazione del Secchia. Ha poi aggiunto “di non credere che si sia di fronte a cambiamenti climatici epocali, che spiegherebbero la frequenza di fenomeni atmosferici, il più delle volte limitati”.

 

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